Monica Caggiari
28 febbraio 2007
«L’agricoltura sarda è in difficoltà»
Coldiretti, Cia e Confagricoltura fanno il punto della situazione della realtà agro-pastorale sarda, indicando i problemi principali da risolvere. Programmato per venerdi un incontro tra le categorie

ALGHERO - L’agricoltura sarda vive un momento di forte difficoltà, determinato da problemi di natura strutturale di aziende e infrastrutture, come anche di natura congiunturale, legati cioè a calamità naturali e all’economia, sempre più spesso legata ad una forma di globalizzazione galoppante e spesso schiacciante per le realtà locali. A segnalare il problema, per il quale venerdì prossimo sarà organizzato un incontro tra le categorie, sono le tre realtà associative di riferimento, Coldiretti, Cia e Confagricoltura. Le associazioni, rappresentanti la realtà agro-pastorale sarda e nazionale, aggiungono alle segnalazioni già citate anche la mancanza di una programmazione da parte della Pubblica Amministrazione. Un’incapacità nel dare vigore alle proprie aziende che si traduce, secondo i tre organismi di categoria, in un’assenza di risposte chiare e tempestive, nonostante la frequente promozione di vertenze inerenti alla questione da parte delle categorie professionali del settore. Numerose le richieste, che Coldiretti, Cia e Confagricoltura intendono formalizzare a breve: in primo luogo si chiede di sospendere le cosiddette “cartelle pazze”, relative a conguagli del 2001, 2003 e 2004. Dalle informazioni date dalle associazioni di categoria sarebbero basate su conteggi incoerenti rispetto ai costi definiti, e così proposti, dall’Assessore all’Agricoltura e dal Presidente della Regione. A ciò s’aggiunge la richiesta di una nuova definizione del prezzo dell’acqua e la riforma dei Consorzi di Bonifica. In particolare il riconoscimento della polivalenza funzionale dell’attività di bonifica e la conferma dei Consorzi quali enti pubblici-economici a struttura associativa. Altro versante è quello dei finanziamenti. Coldiretti, Cia e Confagricoltura ribadiscono, infatti, il dissenso sulle modalità di gestione dei bandi POR 2000-2006, poiché vi sarebbero una serie di carenze programmatiche e gestionali da parte della Pubblica Amministrazione regionale. Per dare risposte a numerose pratiche “ferme” le associazioni propongono il rifinanziamento della legge 21/2000, con fondi straordinari che risolvano in maniera definitiva le situazioni di stallo. In conclusione, in merito alle recenti calamità nel settore ortofrutticolo, gli operatori delle associazioni di categoria confermano le richieste di stanziamenti regionali come anticipazione dei risarcimenti statali, derivanti dalla legge102/04 sulle calamità naturali.
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