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M.V. 11 agosto 2016
Clamorosa retromarcia su Ryanair: Niente incentivi
Nessun via libera a Sogeaal da parte della Giunta regionale alla trattativa con Ryanair. Forti malumori politici in maggioranza a Cagliari per una scelta che potrebbe avere ripercussioni dirompenti e osteggiata da centinaia di sindaci, Mario Bruno in testa. Se così fosse, addio all´hub Ryanair di Alghero, col Pd che sarà ricordato per aver perso la prima compagnia d´Italia dallo scalo del nord Sardegna dopo quindici anni di operatività. Occhi puntati sulla privatizzazione
Clamorosa retromarcia su Ryanair: Niente incentivi

ALGHERO - Tutti in vacanza a Cagliari, con l'ultima riunione dell'esecutivo svoltasi ieri (mercoledì), senza alcuna traccia dello snodo-Ryanair. Manca ancora l'ufficialità della Presidenza della Regione o dall'assessorato regionale ai Trasporti, ma ormai la notizia gira in tutte le redazioni, creando un certo imbarazzo tra gli addetti ai lavori. In effetti si tratta di una notizia potenzialmente dirompente, per il livello di coinvolgimento dei territori (centinaia i sindaci mobilitati), la mole di ripercussioni dirette e indirette sull'economia turistica dell'isola e l'esposizione mediatica di tutti gli interlocutori in campo: la Regione non avrebbe nessuna intenzione di incentivare il trasporto aereo low cost ed evitare la chiusura dell'hub Ryanair dall'aeroporto di Alghero. Indiscrezione confermata a denti stretti da molti consiglieri regionali di maggioranza.

Sarebbe questo il motivo per cui anche nell'ultimo incontro di Roma con l'Ad O'Leary, la Sardegna si sarebbe presentata senza alcun piano d'incentivi (a differenza dell'Abruzzo). Questo nonostante le rassicurazioni di Deiana e Pigliaru, che in più occasioni avevano tentato di convincere tutti gli amministratori, il sistema delle imprese e il mondo dei lavoratori sull'immediato intervento all'indomani del favorevole pronunciamento Ue sugli aiuti di stato nella procedura d'infrazione su Alghero [GUARDA]. Conferma che arriva in tal senso anche all'indomani del viaggio di Deiana a Bruxelles, dove autorevoli fonti escludono che l'assessore abbia occupato il suo tempo per dibattere di incentivi ai low cost per salvare la base di Alghero (posto che non è certamente un commissario a dare il via libera o meno a procedure che decide una Giunta e un'amministrazione pubblica in base ai chiari regolamenti vigenti).

Insomma, nulla di fatto. Si tratta, in pratica, di un grosso "bluff-istituzionale" quello messo su con abilità e cinismo nei confronti di centinaia di amministratori da parte del delegato ai Trasporti regionale. Dopo decine di incontri, promesse, e arrivati sul filo del traguardo con Ryanair pronta a reinvestire e riprogrammare sul territorio (a Pescara saranno 7 i nuovi collegamenti), anche grazie all'abbattimento dei 2,50 euro deciso dal Governo, per i sindaci di Sardegna capeggiati da quello di Alghero Mario Bruno, e sui vertici territoriali delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali arriva una doccia gelata. Difficile capire quali e quanti margini di trattativa rimangano, come è impossibile capire cosa succederà sul territorio all'indomani alla dipartita della prima compagnia aerea d'Italia. Quel che pare certo è che non mancheranno le proteste, anche plateali a giudicare dalle ultime avvisaglie.

Dopo aver colpevolmente contribuito a dimezzare il traffico aereo sullo scalo algherese ed aver erroneamente ed inutilmente atteso un pronunciamento ovvio e scontato, portando di fatto alla rottura con l'unico vettore low cost operante sullo scalo del nord Sardegna, Deiana e compagni rompono così gli indugi. È così sempre più probabile che la scelta di privilegiare la strada della privatizzazione forzata, pur in assenza di particolari obblighi di legge (se non quelli facilmente superabili della Legge 10 del 2010), senza un Piano regionale dei trasporti e senza rendere pubblico il Piano industriale Sogeaal (si parla di più di 100 esuberi), sia esclusivamente dovuta alla convinzione della presenza di almeno un'offerta da parte dell'F2i il prossimo 7 settembre. Fondo d'investimento italiano già presente in importanti infrastrutture nazionali che ha già manifestato interesse per gli scali di Alghero e Cagliari soprattutto, nel cui consiglio di Amministrazione siede, tra gli altri, il presidente della Fondazione di Sardegna Antonello Cabras.

Processo di privatizzazione aperto ormai dal maggio del 2015, sul quale solo ultimamente si sono accesi pienamente i riflettori anche a causa di alcune denunce pubbliche, alla Procura e all'Antitrust da parte dell'ex Presidente e deputato Mauro Pili [LEGGI]. Una scelta mai osteggiata in passato dai sindaci sardi, ma ritenuta attualmente non prioritaria rispetto al rilancio della destinazione e dei collegamenti, e in assenza di strategie regionali di sviluppo aeroportuali stabilite dal pubblico. Insomma, il rischio sarebbe quello di vedere svenduto lo scalo senza certezze di investimenti futuri, con lunghi processi di acquisizione che nel breve periodo, soprattuto senza Ryanair, desertificano il territorio. «Non è pensabile prevedere di incrementare e sviluppare rotte e vettori partendo dallo smantellare quelli esistenti» hanno più volte sottolineato i rappresentanti delle istituzioni, soprattutto se quello scacciato si chiama Ryanair, l'unico in grado di assicurare ottime percentuali di riempimento dei voli e leader in Europa nel trasporto a basso costo. Eppure da Cagliari sembra proprio che la scelta sia ormai chiara: lo si evince anche dal disegno di legge sulla ricapitalizzazione "mascherata" di Sogeaal, che vincola l'operazione all'ingresso di capitali privati. Anziché riportare il capitale al minimo (senza artifici contabili) e solo eventualmente prevedere l'ingresso di capitali privati. Come dire: senza l'offerta, il 7 settembre sarà fallimento.

Nella foto: Pigliaru, Deiana (ass. Trasporti), Cabras (Fondazione di Sardegna) e Pili (deputato)
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