A.B.
12 agosto 2016
Giornata carica di appuntamenti per Time in Jazz
In mattinata, a Bortigiadas, il quartetto Four And More; nel pomeriggio, a Tempio Pausania, la cantante e pianista Silvia Zaru. In serata, a Berchidda, le parate della Funky Jazz Orkestra, ed in Piazza del Popolo doppio appuntamento: con Bugge Wesseltoft e Christian Prommer e, a seguire, la Norma rivisitata da Paolo Silvestri, con Paolo Fresu e Orchestra

BERCHIDDA – Parte da Bortigiadas il venerdì del 29esimo Time in Jazz, il festival in corso fino a Ferragosto tra Berchidda ed altri centri del nord Sardegna. Alle ore 11, nella chiesa di San Nicola del piccolo centro gallurese, è di scena il quartetto Four and More, sotto la cui insegna si riconoscono quattro jazzisti sardi di lunga esperienza e dai differenti percorsi artistici: il sassofonista Massimo Carboni, il pianista Alessandro Di Liberto, il contrabbassista Nicola Muresu ed il batterista Paolo Sechi. Proporranno in concerto le loro composizioni originali, scritte ed arrangiate per l'occasione, fondendo assieme le diverse personalità in un discorso comune caratterizzato dalla ricerca del massimo interplay.
Ancora una chiesa, quella di San Lorenzo, a Tempio Pausania, fa da cornice all'appuntamento delle 18: a tenere banco, la voce ed il pianoforte di Silvia Zaru. Nata nel 1973 a Milano, dove si è poi diplomata al Conservatorio Giuseppe Verdi in Pianoforte, Didattica della Musica, Composizione e Jazz, questa artista non vedente conta sei dischi all'attivo: il più recente è “I like the sunrise”, uscito ad aprile e registrato con Massimo Colombo (pianoforte), Attilio Zanchi (contrabbasso) e Tommaso Bradascio (batteria). Zaru si è esibita in vari teatri in Italia ed all'estero, e ha partecipato a diverse trasmissioni radiofoniche e televisive. Inoltre, ha collaborato con le case editrici De Agostini e Bmg, realizzando cd di supporto a testi di Educazione Musicale per ragazzi. Dal 2004 al 2011, è stata direttore artistico dell'associazione Musica e Incanto, ed è docente di Pianoforte al liceo musicale Tenca di Milano.
Il fulcro della serata, come sempre, è a Berchidda. Alle ore 19, parte la prima parata musicale della Funky Jazz Orkestra in giro per le vie e le piazze del paese con la sua coinvolgente miscela di brani originali tra funky, jazz, pop, rock ed altri pezzi di artisti come James Brown, Herbie Hancock, Joe Zawinul e Jaco Pastorius, non senza spazi per l'improvvisazione. Fondata nel 2011 e diretta da Antonio Meloni, la formazione berchiddese (che sarà di nuovo in azione per le strade sabato 13 e lunedì 15, sempre a partire dalle 19) è la prima funky street band della Sardegna; già di scena in precedenti edizioni di Time In Jazz ed in altri contesti isolani, conta esibizioni anche in ambito nazionale, come la partecipazione, il 4 settembre, alla maratona di musica “Il Jazz Italiano per L'Aquila”. Intorno alle ore 20, nuovo appuntamento con Fuori Tempo, la mini rassegna che vede esibirsi in alcuni locali del centro storico di Berchidda formazioni e musicisti impegnati tra produzioni d'autore e sperimentazioni musicali originali. Oggi, nello spazio tra il Bar Centrale ed il Bar K2, è di scena il Quasi Trio. Dopo una pausa di un giorno, Fuori Tempo tornerà domenica 14 agosto, al Cafè Rosé, con Zamua, Mumucs e Dj Cris, ed infine lunedì sera, al Bar Al Muretto, con Spedicati.
Alle 21,30, si accendono i riflettori sul "palco centrale" del festival, quello allestito nella Piazza del Popolo, a Berchidda, per il primo dei due set in programma: protagonista il duo formato dal pianista e compositore Bugge Wesseltoft, tra le figure di primo piano della vivace scena jazzistica norvegese, e da Christian Prommer, producer di musica elettronica e batterista americano con base a Monaco di Baviera, da oltre due decenni sulla scena techno e jazz crossover. Piano classico ed elettrico, sintetizzatore, batteria e laptop; ritmi primordiali e moderni che si intrecciano ed aggrovigliano; suoni acustici ed elettronici, spesso distorti e riplasmati al volo in un remix che avviene dal vivo sul palco. Si presenta così, con una forte componente di libera improvvisazione, il loro progetto musicale. Partito da un retroterra jazzistico, Wesseltoft (che ha suonato e registrato con artisti del calibro di Jan Garbarek, Arild Andersen, Sidsel Endresen e Terje Rypdal) si è spostato verso la musica elettronica, passando dalle atmosfere nordiche del suo periodo artistico con la Ecm alla definizione di un "future jazz" con il suo gruppo New Conception of Jazz ed attraverso la sua casa discografica Jazzland, con cui ha contribuito al lancio del Nu-Jazz norvegese. Prommer, dal canto suo, ha sempre adottato un approccio jazzistico al fare musica: eclettico e di vedute aperte, questo percussionista, dj e producer ha iniziato a sperimentare con campionatori e drum machine alla fine degli Anni Ottanta per muoversi successivamente tra suoni organici ed elettronici, tra modernismi techno e sound tipo Blue Note. Con il suo progetto Drumlesson ha chiuso il cerchio, fondendo le sue radici jazz con il suo amore per la musica dance ed elettronica.
La seconda parte della serata, intorno alle ore 23, porta sul palco la Norma di Bellini riscritta in chiave jazzistica dal compositore, arrangiatore, direttore d'orchestra e pianista Paolo Silvestri: un progetto che ha debuttato l'estate scorsa a Catania nell'ambito del festival I Art con l'esecuzione dell'Orchestra Jazz del Mediterraneo e Paolo Fresu come solista; a Berchidda viene riproposto da un complesso di diciassette elementi che mescola musicisti di quella formazione siciliana e dell'Orchestra Jazz della Sardegna (Michela Calabrese al flauto; Orazio Maugeri, Dante Casu, Gianpiero Carta, Teodoro Ruzzettu, e Marco Maiore ai sassofoni; Giovanni Nicosia, Luca Uras, Emanuele Dau e Pietro Pilo alle trombe; Gavino Mele e Roberto Chelo ai corni; Salvatore Moraccini e Guido Murgia ai tromboni; Sebastiano Burgio al pianoforte; Alberto Fidone al contrabbasso e Giuseppe Tringali alla batteria) sempre sotto la bacchetta di Silvestri e con il trombettista sardo alle prese con le melodie del capolavoro di Bellini. In un primo tempo, il progetto prevedeva una rivisitazione delle arie più famose del compositore catanese. «È durante il lavoro di arrangiamento che ho invece maturato l'intenzione di creare una versione moderna di Norma - spiega Silvestri - lasciando quasi inalterate le melodie nella loro straordinaria bellezza, mantenendone spesso la forma simile alle canzoni popolari del nostro tempo, pur senza rispettare la successione originale dei brani, ma rielaborando l'armonia e la strumentazione in uno stile jazzistico».
Nella foto (di Roberto Cifarelli): Funky Jazz Orkestra
|