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Red 17 dicembre 2016
Campagna antibracconaggio nel Cagliaritano
Una dozzina di volontari della Lega per l´abolizione della caccia provenienti da Lazio, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ha condotto la ventesima manifestazione, che ha portato alla neutralizzazione di oltre 1.200 trappole per avifauna
Campagna antibracconaggio nel Cagliaritano

CAGLIARI - Una dozzina di volontari della Lega per l'abolizione della caccia provenienti da Lazio, Piemonte e Lombardia, con il sostegno del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ha condotto la ventesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano, che ha portato alla neutralizzazione di oltre 1.200 trappole per avifauna (latziteddus, esattamente 410 lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, centinaia di “armature metalliche” predisposte per il posizionamento dei lacci da albero, 890 trappole a scatto posizionate a terra) e ben 66 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali). La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia.

Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, Sarroch e Sinnai, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, Monti Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Is Litteras, Poggio dei Pini, Rio San Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu e San Gregorio. Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della Lac sono stati consegnati al Corpo forestale e di vigilanza ambientale nel comando Stazione di Capoterra quali corpi di reato. A differenza di altre occasioni, non sono stati trovati sul posto bracconieri ed è stata avvertita minore intensità della predisposizione di andalas, i sentieri con le trappole già attive, molto probabilmente visto il clima ancora mite che causa un passo tuttora modesto dei Tordi. Negli stessi giorni, sono state svolte e si svolgono tuttora “visite” nei mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito.

Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri “fissi” più circa duecento “occasionali” nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola “griva” (spiedo di otto tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia fra i principali “fruitori” finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano, come già riscontrato nei mesi scorsi, nei confronti dei quali appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine. I partecipanti alla campagna antibracconaggio della Lac, in proposito hanno dichiarato: «anche quest’anno, siamo particolarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo forestale e Carabinieri che combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi». La Lac conduce campagne antibracconaggio nelle zone del Paese dove il fenomeno è più grave: in Sardegna, nelle Valli Bresciane, nelle Isole Pontine, all'Isola del Giglio e, all'estero, a Cipro.
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