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Red 8 ottobre 2017
Le luci di Caravaggio danzano con Anime perdute
Un sorprendente spettacolo con le coreografie di Livia Lepri, giovedì sera al Teatro Verdi di Sassari, ha dato il via alla tournée della Compagnia Estemporada che proseguirà in Albania ed in numerose città italiane
Le luci di Caravaggio danzano con Anime perdute

SASSARI – Le note solenni della Quinta Sinfonia di Beethoven rintoccano in scena come un battito impetuoso sulla porta del destino. Sul palcoscenico campeggia la riproduzione della “Flagellazione di Cristo”, un capolavoro di Caravaggio dove i chiaroscuri disegnano corpi seminudi a grandezza naturale, dando l’illusione di un’immagine reale. Ma in quel magico dipinto c’è qualcosa di incredibile. Le luci in sala si spengono e le figure del quadro iniziano a prendere vita, danzando come “anime perdute”. È cominciato così tra lo stupore dei presenti, giovedì sera al Teatro Verdi, lo spettacolo della Compagnia Danza Estemporada di Sassari, una prima nazionale assoluta inserita tra gli appuntamenti più attesi del festival “Corpi in movimento–Le piazze che danzano”.

“Anime perdute” è il titolo dell’opera, ideata e realizzata con le coreografie e la regia di Livia Lepri, dedicata a Beethoven, Caravaggio e Leopardi, tre artisti affetti da una duplice personalità e tutti amanti della luna, per questo conosciuti come i “licantropi dell’arte”. Nello spettacolo, i danzatori si affrontano e si confrontano in un gioco di forza tra se stessi ed il proprio alter ego, facendo incontrare i protagonisti ed i personaggi delle loro opere tra giochi di specchi, in uno sviluppo coreutico immerso costantemente in atmosfere caravaggesche. Ad accompagnare i movimenti, in modo misurato ed armonico, i versi poetici di Leopardi. Versi come quelli dell’Infinito e La ginestra, intercalati in una complessa composizione teatrale capace di convertire anche il pessimismo cosmico in un inno alla positività. È una forma di omaggio alla ricerca di se stessi, in un mondo in cui si è costretti troppo spesso a vivere di luce riflessa.

Un grande risultato per un lavoro di produzione durato oltre un anno, che ha spinto oltre i limiti la creatività della coreografa Livia Lepri, a partire dalle ricerche storiche e biografiche fino alla simulazione delle limitazioni fisiche dei protagonisti. A ciò si aggiunge l’impegno di Lorenzo Perra nello studio della teoria delle luci di Michelangelo Merisi, sapientemente utilizzato per illuminare i corpi dei cinque danzatori, avvolti in tute attillate che ne esaltano la prestanza fisica. Sul palco del Verdi, si sono esibiti Noemi Ravot, Marta Bullitta e Matteo Bulla di Sassari, Matteo Corso di Cagliari e Leonardo Delfanti di Verona, che hanno dato il meglio di se in particolar modo nel tentativo di riprodurre la forza che bisogna tirar fuori in un corpo affetto da gravi limitazioni. Lo spettacolo affronterà ora una tournée che farà tappa prima in Albania, per proseguire in diverse città d’Italia, a partire da Padova. “Corpi in movimento” continua oggi, domenica 8 ottobre, a Palazzo di Città, con “Hamlet” della Compagnia Imperfect dancers, e giovedì 12, con “Contemporary women”, a cura di Daniele Cipriani.



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