Gli indipendentisti ottengono di nuovo la maggioranza assoluta dei seggi, anche se non quella dei voti. Affluenza altissima alle urne, circa l´82% i catalani al voto. Schiaffo a Mariano Rajoy che aveva imposto il voto
BARCELLONA - In Catalogna vince il voto anti-Madrid, ma la separazione è più lontana sostanzialmente per motivi di carattere economico. I partiti indipendentisti catalani hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi alle elezioni locali che si sono tenute giovedì, anche se non quella assoluta dei voti. Junts per Catalunya (JxCat, la lista dell’ex presidente Carles Puigdemont, indipendentista), Esquerra Republicana (ERC, sinistra indipendentista dell’ex vicepresidente Oriol Junqueras, attualmente in carcere) e la CUP (sinistra radicale indipendentista) hanno ottenuto in totale 70 seggi, due in più di quelli necessari per assicurarsi la maggioranza in Parlamento.
In termini di voti assoluti, però, il blocco indipendentista si è fermato a poco meno del 48 per cento, un risultato vicino a quello ottenuto alle ultime elezioni, tenute nel 2015. Il partito più votato è stato infatti Ciutadans, la sezione catalana di Ciudadanos, di destra e anti-indipendentista. Il PPC, sezione catalana del partito del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, è stato quello che è andato peggio: rispetto al 2015 ha perso 8 seggi, una sconfitta ancora più ampia di quella che avevano suggerito diversi sondaggi pre-elettorali.
Nei prossimi giorni, o settimane, il Parlamento catalano si dovrà riunire per votare la fiducia al nuovo presidente, che presumibilmente sarà di nuovo indipendentista. C’è molta incertezza su quello che potrebbe succedere: Carles Puigdemont, il leader della lista indipendentista più votata e il naturale candidato a ricevere la fiducia parlamentare, si trova infatti esiliato in Belgio da settimane e se dovesse rientrare in Spagna rischierebbe l'immediato arresto.