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S.V. 1 febbraio 2018
Crac Capo Caccia, prime condanne
Sentenza di primo grado nel processo-stralcio con rito abbreviato in corso presso il Tribunale di Sassari. Condanna a tre anni e sei mesi per Daniele Degli Esposti e Andrea Delogu, che hanno beneficiato della riduzione di un terzo della pena. Scontato il ricorso in appello
<i>Crac</i> Capo Caccia, prime condanne

ALGHERO - Primo pronunciamento, giovedì mattina, per il Tribunale di Sassari, dove è in corso di svolgimento il processo-stralcio per la presunta bancarotta dell'hotel Capo Caccia di Alghero, in corso con giudizio abbreviato. Condanna a tre anni e sei mesi in primo grado per Daniele Degli Esposti e Andrea Delogu, che hanno beneficiato della riduzione di un terzo della pena. Condanna con pena superiore a quella richiesta dal pubblico ministero Giovanni Porcheddu. Per entrambi il Gup, la dott.ssa Carmela Rita Serra, sentenzia l'inibizione all'esercizio di un'impresa commerciale e l'interdizione ad uffici direttivi per la durata di 10 anni, oltre al pagamento dei risarcimenti patrimoniali e non a favore delle diverse parti civili.

Scontato il ricorso in appello per entrambi gli imputati. Il primo, bolognese, era il braccio destro di Gianni Marocchi, al tempo patron della prestigiosa struttura ubicata nella splendida Baia delle Ninfe. Il secondo, l'algherese Andrea Delogu, era invece il commercialista delle società coinvolte nel presunto crac. Nel processo, oltre allo stesso Marocchi, sono imputati anche Vittorio Casale e Francesco Vizzari, che hanno optato per il rito ordinario. Secondo le indagini della Guardia di finanza, coordinate dal sostituto procuratore Porcheddu, i cinque avrebbero distratto, a vario titolo, gran parte del patrimonio mobiliare e immobiliare della Capo Caccia Resort Srl e della Roden Srl, facendolo confluire in altre società riconducibili o gestite da loro stessi.

Sempre secondo l'accusa, il presunto danno all'erario causato dalla metodica spoliazione della “Mg Srl” (società di gestione della struttura alberghiera dichiarata ufficialmente fallita dal Tribunale di Sassari nel 2011) sarebbe di circa 15milioni di euro. Il primo blitz delle Fiamme gialle era scattato nell'agosto 2013, con il sequestro dell’hotel, di alcuni conti correnti bancari, di due appartamenti e di un capannone industriale, per un valore complessivo di circa 8milioni di euro. Per tutti gli indagati erano invece scattate differenti misure cautelari: arresti e interdizione dalle attività professionali.



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