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15 settembre 2007
Inaugurata The Fenici Portrait

ALGHERO - Dopo il grande interesse riscosso alla Cittadella dei Musei di Cagliari, inaugurata questa mattina ad Alghero la mostra The Fenici Portrait, allestita nella Sala Esposizioni Cavall Marì, dove verrà ospitata fino a domenica 30 settembre. Promossa dall’Assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, la mostra, inserita nell’ambito degli eventi del progetto Fenici in Sardegna, presenta quattro grandi interpreti della fotografia internazionale e dieci artigiani sardi che rileggono gli itinerari fenici in Sardegna, individuando alcuni aspetti distintivi del mondo estetico di un’isola da riscoprire secondo una nuova chiave di lettura, dove gli scavi archeologici e il mare sono l’elemento del continuo divenire del luogo e dei suoi abitanti. I quattro fotografi, dopo essersi immersi nel territorio per carpire i segreti di un’isola un tempo fenicia, hanno realizzato un nuovo itinerario della Sardegna, dove l'immagine fotografica ha un forte potere evocativo. Le opere, tutte commissionate per l’occasione, evidenziano le diverse sensibilità degli interpreti anche grazie alla diversità delle tecniche privilegiate: Franco Fontana, uno dei fotografi italiani più noti a livello internazionale, scompone il paesaggio in larghe campiture di colore che ricordano la tavolozza di un pittore astratto; Maurizio Galimberti, attraverso l’uso della Polaroid, pratica una tecnica particolare a mosaico che favorisce la scomposizione dell’immagine in molteplici visioni; Claudio Porcarelli sceglie il banco ottico per indagare una realtà visiva che comprende sempre “la persona”, principale elemento di ispirazione del suo lavoro; per Anna Marceddu, di origine sarda, il lavoro si carica di valenze molto particolari, di grande forza autobiografica. In una seconda area espositiva cinque orafi, Maria Conte, Antonello Delogu, Inkoro (Antonello Delogu, Giancarlo Moi e Mario Mereu), Pierlucio Lai, Massimo Soro, e cinque ceramisti sardi, Giovanna Carrus, Luigi Nioi, Terra Acqua e Fuoco (Mauro Scassellati e Anna Canu), Terra Pintada (Giulia e Robert Carzedda e Simonetta Marongiu) e William Tomasi, propongono opere di grande suggestione: qui gli elementi della tradizione sono stimolo creativo per una archeologia che entra nel contemporaneo. Forme, stilemi, motivi decorativi, sono riproposti non come parti di un alfabeto abbandonato ma come linguaggio che trova la sua forza nell’orgoglio di un passato millenario. In mostra oggetti dalla forte presenza evocatrice, che riescono a rappresentare nel panorama internazionale la creatività della Sardegna contemporanea.
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