Alcuni abitanti della via Sant’Erasmo
22 gennaio 2004
Via Sant’Erasmo, terra di nessuno
Forte denuncia degli abitanti della zona stanchi dell’indisturbato bullismo di una decina di adolescenti

È questa la netta conclusione a cui si arriva dopo una serie di considerazioni e di esperienze, sfortunatamente reiterate senza cambi né smentite, nel corso degli anni. Come si può far capire a chi non ci viva che la piazzetta che vi si trova e che porta alla muraglia del porto sia una zona totalmente e scandalosamente franca, in cui una banda di giovinastri fa tutto quello che gli può passare per la testa, senza la minima remora né titubanza? Sono una diecina di ragazze e ragazzi minorenni (intorno ai 16-17 anni), dotati di moto, che stazionano nella piazzetta suddetta a partire dalle 7 di sera, sino alle 11 ed oltre, tutte le sere che Dio manda in terra. Il loro repertorio è composto da urla selvagge senza senso, bestemmie a squarciagola frequenti più di virgole e punti in una frase scritta, corse e ginkane sullo sterrato della piazzetta e sullo scivolo (in legno, con effetto
amplificatore, stile cassa acustica) con le moto, salti sullo stesso scivolo, lanci di bottiglie e buste della spazzatura o del contenuto dei due piccoli cassonetti per la raccolta che si trovano su un lato
della piazzetta (per inciso un vero e proprio immondezzaio lutulento), strani traffici con buchi sulle pareti della muraglia e degli alberi, oltre che con gli anfratti nelle finestre con grata dei locali della parrocchia. Il tutto senza interruzione per ore. E che nessuno si azzardi a far presente a questa allegra brigata che forse è il caso di non urlare tanto e di lasciare in pace bottiglie e buste, per carità! Il minimo è essere presi a voci con insulti sanguinanti e di trovarsi cocci di vetro delle bottiglie sistemati sotto le ruote delle macchine parcheggiate lì vicino. Inutile anche minacciare l’intervento delle forze dell’ordine, eventualità spernacchiata come più improbabile della calata di un abitante di
Marte in grado di parlare italiano...
Ed è proprio questo il punto: è mai possibile che le auto di Carabinieri e Polizia abbiano il tratto di via Sant’Erasmo come interdetto alla propria regolare azione di pattugliamento del territorio? Le macchine dei due corpi della sicurezza pubblica, talvolta, si vedono passare sfiorando la cattedrale, ma solo per oltrepassarla ed andare verso via Santa Barbara, senza, nemmeno per sbaglio, deviare pochi secondi su questa nostra via abbandonata ed incivile, oltre una certa ora. È possibile mai che Polizia e Carabinieri (i Vigili Urbani, oltre una certa ora, si sa, no prestano servizio) non possano MAI far nulla? Che, quando li si avverte, rispondano ineluttabilmente che hanno le pattuglie impegnate altrove? Probabilmente il gruppo di giovanotti non attende a attività gravemente criminali, dispone solo di una discreta quantità di denaro da investire in miscela per le moto (visto l’incessante andirivieni, per ore, all’interno della piazzetta e sul famigerato scivolo-cassa armonica) e di notevole capacità vocali, oltre ad una mancanza di educazione, molesta per gli altri. Ma come valutare concetti come “schiamazzi”, “disturbo della quiete pubblica” e, riguardo i genitori, “mancata custodia di minore”? Sono ancora concetti con qualche rilevanza penale e/o amministrativa o sono ferri vecchi ottocenteschi, superati dalla “praxis”? E chi vorrebbe mai ricevere, ogni singolo giorno per almeno 3-4 ore, un tale massaggio alle orecchie (che supera persino i vetri doppi alle finestre!), tornando a casa la sera dal lavoro e non potendo né guardare la TV, né leggere e, con diffficoltà, avere qualche brano di conversazione in famiglia?
Senza parlare del sabato sera, quando le masnade si ingrossano (almeno una ventina di giovani, di ambo i sessi, dotati di cospicuo numero di motorette smarmittate), portandosi anche nel loro
–ormai– regno perfettamente ed incontestabilmente dominato (la piazzetta Sant’Erasmo), casse di birra e vino, estendendo l’orario di “attività” ben oltre l’una di notte. Basterebbe davvero molto poco: qualche passaggio settimanale di una qualsiasi forza dell’ordine (Carabinieri, Polizia, Vigili
Urbani; o Guardie di Finanza e Forestali, Esercito, Giannizzeri, Moschettieri, Alabardieri, Torrieri, Aguzzini, qualsiasi corpo ci andrebbe bene: fate voi...), che scenda dalle macchine, si avvicini a questi giovinastri –molto poco coraggiosi, se presi singolarmente– li ammonisca e faccia loro sentire la “insicurezza del dominio”, diciamo così, del territorio. Infatti, adesso sono padroni incontestati, lo ripetiamo, del territorio e ne fanno indisturbatamente tutto quello che passi per le loro teste di bimbi viziati e privi della minima educazione o rispetto. Da cittadini che pagano le tasse, è possibile reclamare qualche attività di controllo che possa fornire una minima percentuale di
vivibilità in più di questa sfortunatissima parte di quartiere, ormai terra di nessuno, anzi no, regno di una decina di marmocchi senza controllo famigliare né pubblico?
Eppure, con un minimo di guardiania agli Alberi daliniani, nel periodo di Natale, gli schiamazzi si erano notevolmente ridotti. E che non ci si venga a dire che le pattuglie passano, perché non le vediamo né ne vediamo, ad un eventuale passaggio, alcun effetto benefico, neppure il minimo.
Attendiamo risposte concrete, più che parole, siamo esasperati.
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