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Red 23 maggio 2019
Energia in Sardegna: se ne parla a Sassari
Si svolgerà domani pomeriggio, nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia di Sassari, in Piazza d’Italia, la conferenza dal titolo “Energia in Sardegna. Presente e futuro”, organizzata dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia nostra e Fridays for future
Energia in Sardegna: se ne parla a Sassari

SASSARI - Si svolgerà a Sassari, domani, venerdì 24 maggio, dalle 16, nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia di Sassari, in Piazza d’Italia, la conferenza dal titolo “Energia in Sardegna. Presente e futuro”, organizzata dalle associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra e Fridays for future. L’incontro sarà articolato in due parti. Nella prima, con inizio alle 16, il giornalista Vito Biolchini ed il delegato del Wwf Italia per la Sardegna Carmelo Spada converseranno con l’antropologo e scrittore Bachisio Bandinu sul modello di sviluppo della Sardegna negli ultimi sessant’anni. La conversazione vuole porre l’attenzione sulle scelte di sviluppo del passato rivelatesi drammaticamente fallimentari e le conseguenze sul presente. Quale insegnamento si può trarre per il futuro senza incorrere negli stessi errori del passato? Quale realtà dobbiamo consegnare alle giovani generazioni che si battono per la giustizia climatica?

La seconda parte dell’incontro pubblico sarà articolata con gli interventi di Spada sul “Presente energetico della Sardegna”, Paola Pilisio (comitato No MetaNo) su “La metanizzazione della Sardegna: dorsale, depositi costieri, reti cittadine”, Graziano Bullegas (Italia nostra Sardegna) sulle “Prospettive energetiche sostenibili per la Sardegna”, Lillino Sini (Comune di Benetutti) su “Un possibile modello di autogenerazione energetica per Sassari” e Lorenzo Paolicchi (Friday for future) su “Un futuro per il pianeta e le prossime generazioni”. L’incontro vuole fare il punto sulla situazione energetica della Sardegna, mettendo in luce che nell’Isola si produce un surplus energetico di circa il 35percento (Fonte Terna, produzione 2017: 12335Gwh; consumi 8.426Gwh), che viene esportato, ma con i costi ambientali e sanitari scaricati sulla Sardegna e sui cittadini visto che quasi l’80percento di questa produzione avviene con carbone e derivati dal petrolio altamente inquinanti e climalteranti.

Altro elemento che vuole essere messo in evidenza è il fatto che la dorsale per il gas non è in costruzione (l’iter di valutazione di impatto ambientale è in corso nel Ministero competente) e non va confusa con gli scavi per le reti cittadine in fase di realizzazione. Il metano è una fonte fossile di transizione che non costituisce il futuro prossimo, ma che manterrebbe la Sardegna in una dimensione di inesorabile arretratezza e sudditanza al mercato internazionale dei combustibili fossili come già avviene per petrolio e carbone. Con il metano rischiamo di farci ingannare, ancora una volta, da uno sfasamento del tempo: grandi investimenti per il metano sarebbero stati giustificati e razionali nei decenni passati, non oggi. La realizzazione di un’inutile e costoso metanodotto (il cui costo non è certificato chi dovrà pagarlo) significherebbe istituire una nuova servitù energetica per la Sardegna senza alcuna garanzia di costi inferiori nelle bollette di famiglie ed imprese. Nel merito del progetto proposto di metanodotto, non è chiaro quale sia la capacità di trasporto annuo e quali siano stati i criteri che hanno portato al dimensionamento della condotta principale, delle sue derivazioni e delle opere accessorie. Inoltre, si evidenzia l’assenza di una valutazione complessiva dei potenziali impatti cumulativi sulle diverse matrici ambientali che tengano conto delle diverse opzioni di approvvigionamento, della dislocazione dei rigassificatori e dei depositi di stoccaggio. E’ altamente probabile che il progetto venga rigettato o rinviato per ulteriori approfondimenti. Insomma, il metano potrebbe rivelarsi l’ennesimo miraggio, dopo quello industriale che ha lasciato sulla martoriata terra di Sardegna inquinamento, malattia e disoccupazione. Nel corso dell’incontro, le associazioni ambientaliste proporranno soluzioni alternative, concrete ed attuabili per la Sardegna, basate essenzialmente sul risparmio e sull’incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile seguendo le strategie per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e quella nazionale del 2017.

Nella foto: Carmelo Spada
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