Cor
8 ottobre 2019
Reflui, il Psd´Az critico con Conoci
Dalla sezione cittadina del Partito Sardo d´Azione pesanti critiche all´indirizzo del sindaco di Alghero. «Alghero non è un comune che vuole destinare le sue terre alla mera produzione di colture per biomasse, ma di prodotti agricoli di qualità»

ALGHERO - A distanza di 10 anni dal durissimo colpo inferto al sistema lagunare del Calich di Alghero, con l'accensione del depuratore di San Marco e la successiva ininterrotta immissione quotidiana di reflui, si corre ai ripari e si tenta di invertire un processo che tanti danni ha creato all'ecosistema. Realizzato in zona sensibile e senza i doverosi studi sull'impatto ambientale, il depuratore ha determinato ripercussioni deleterie sulla qualità delle acque della laguna, ma soprattutto sulla costa che da Fertilia arriva a Maria Pia. Oggi si tenta un rilancio del sistema lagunare e si avviano percorsi virtuosi di salvaguardia: ma il problema rimangono i reflui ed il loro riutilizzo.
Di seguito la nota inviata dal segretario del Psd'Az di Alghero, Giuliano Tavera, a firma del dott. Giovanni Baldassarre Spano, candidato nelle liste del Psd’Az nelle amministrative 2019 e incaricato per la formazione del programma di coalizione, che critica la scelta strategica alla base del Contratto di Laguna e giudica non coerente la firma del sindaco Mario Conoci (espressione dello stesso Psd'Az) col programma elettorale di coalizione.
La recentissima firma del c.d. contratto di laguna, quale strumento di programmazione negoziata per la corretta gestione delle risorse idriche, la valorizzazione dei territori fluviali e la loro salvaguardia dal rischio idraulico, per il suo contesto operativo desta talune perplessità. Lungi dall’esprimere delle remore per il recupero e la fruizione della zona lacustre del Calich, si resta tuttavia perplessi se la scelta strategica alla base, già operante peraltro, sia volta ad abbassare il peso antropico della dispersione in tale area delle acque reflue depurate, in favore di uno spostamento di tale pressione nelle terre irrigue della Nurra. Il problema dell’utilizzo di queste acque ai fini irrigui sussiste se oltre ogni ragionevole dubbio non possa esserne esclusa la loro insalubrità. Un mero malfunzionamento degli impianti di depurazione potrebbe irrimediabilmente pregiudicare alcune colture, danneggiando gli operatori del settore. Questo pericolo pare non essere stato adeguatamente fugato, senza che gli organismi competenti abbiano compitamente esplicato quali garanzie o sistemi di salvaguardia siano stati da questi predisposti. Tenendo conto che nel panorama normativo attuale è sancita la responsabilità del produttore finale per la salubrità dei prodotti alimentari, l’immissione ad uso agricolo nella rete idrica delle acque reflue trattate implica un potenziale innalzamento del rischio. L’operatore agricolo, il quale ha l’obbligo di utilizzare acque pulite, dovrebbe predisporre delle adeguate misure volte a ridurlo. Chiaramente queste saranno direttamente proporzionali alle colture impiantate. Comitati, operatori agricoli e associazioni della Nurra algherese già da tempo hanno posto l’accento su tale rischio. Le stesse preoccupazioni sono state ribadite in occasione dell’incontro del 10 giugno 2019 nella borgata di Guardia Grande con il Comitato zonale della Nurra, con l’allora candidato Sindaco Mario Conoci, ora in carica. Io stesso in quella circostanza avevo ribadito tale problematica sentita dal territorio e il Dott. Conoci aveva recepito tale questione impegnandosi pubblicamente in una fattiva attenzione sul fenomeno, una volta eletto. Per questo motivo, visto tale impegno, auspico che il risorgere del Calich non sia possibile solo attraverso il sacrificio delle zone rurali interessate dall’uso di tali acque depurate, poiché questo sarebbe inaccettabile specie per il tenore degli impegni elettorali presi dal PSd’AZ. Nel programma di coalizione, che ho avuto l’onore di curare specialmente nelle parti incentrate nei temi legati all’agricoltura e alle aree rurali, è stato assunto l’impegno di un fattivo dialogo con le parti sociali del settore e con gli organismi di rappresentanza che annovera la Nurra algherese, coinvolgendoli ex ante nelle questioni più rilevanti. Dialogo che nessuna amministrazione può permettersi di ignorare. Il Sindaco dovrebbe avere nei territori i migliori e più fidati consiglieri che di certo non voglio il fallimento della sua azione amministrativa. Alghero non è un comune che vuole destinare le sue terre alla mera produzione di colture per biomasse, ma di prodotti agricoli di qualità. Per tale ragione ogni strategia operativa che possa porre a rischio tali produzioni, anche solo potenzialmente, rappresenta una scelta sbagliata e non condividibile. L’utilizzo dei reflui depurati immessi in rete fu giustificato per evitare fenomeni di razionamento delle acque in agricoltura, costituendo una forma di riserva prontamente disponibile in periodi di siccità, ora parrebbe aver avuto un’altra finalità. Esistono due scelte, evitare tale rischio o non evitarlo, tertium non datur. Quanto esposto è stato ampiamente dibattuto e fatto proprio, già in periodo preelettorale, dalla sezione di Alghero del PSd’AZ che ravvisa nella tutela dell’agro, nonché delle produzioni agro alimentari del territorio un punto essenziale per lo sviluppo economico della città.
Nella foto: la laguna del Calich ad Alghero
|