Red
8 febbraio 2020
«Pensiamo al presente per proiettarci nel futuro»
In difesa della Sanità di Alghero, il Comitato “Acabàura” chiede alla politica che «faccia scelte precise, indicando nero su bianco i tempi e modi con i quali si intende operare tale trasformazione»

ALGHERO - «Non può esserci programmazione per il futuro, se non si salvaguardano i livelli di assistenza del presente. Anche perché l’entità dei finanziamenti destinati ad un presidio ospedaliero dipende dai volumi di attività svolti: meno ricoveri e meno interventi equivale ad avere meno personale e meno risorse e questa è l’anticamera della morte per un nosocomio, non certo di una riqualificazione». Inizia così l'intervento del Comitato Sanità “Acabàura”, che entra nella querelle relativa al destino dell'Ospedale Marino di Alghero. Una struttura che, se la si vuole rilanciare trasformandola «in un polo di riferimento per il nord Sardegna e per l’intera Isola, per l’attività di Day surgery, ma anche per l’attività riabilitativa ortopedica, neurologica, cardiologica, intensiva ed estensiva, associata magari alla talassoterapia, con un’ala dedicata alla post-acuzie (lungodegenza), di cui c’è gran bisogno, è necessario che la politica faccia scelte precise, indicando nero su bianco i tempi e modi con i quali si intende operare tale trasformazione».
Analizzando “l’allegato A alla deliberazione del commissario straordinario dell’Ats n.200 del 15 novembre 2019: Adozione atti di programmazione sanitaria 2020-2022”, relativo alla riorganizzazione della rete ospedaliera, in applicazione delle disposizioni e degli indirizzi della Regione autonoma della Sardegna, «per il Marino ritroviamo solo prescrizioni fumose – proseguono dal Comitato - che prevedono il potenziamento dell’attività di Day surgery, il potenziamento delle funzioni riabilitative, il trasferimento della lungodegenza di Ittiri, da realizzarsi nel corso del 2020 e consolidarsi nel corso del 2021, senza alcuna indicazione di dettaglio e senza alcuna certezza nei tempi. Per il Civile, si prevede l’attivazione della Terapia Semintensiva, il proseguimento delle attività di ristrutturazione del blocco operatorio, il completamento delle attività di ristrutturazione dei reparti chirurgici, da realizzarsi nel corso di quest’anno, ma ad oggi non si conosce ne la tempistica, ne quali saranno le risorse a disposizione».
«Una pianificazione così aleatoria certamente non tranquillizza la comunità algherese, in quanto non mette al riparo l’Ospedale Marino da possibili cambi di destinazione d’uso, anche di recente prospettati da qualche politico nostrano, ma soprattutto non da risposte circa la ripresa dell’attività chirurgica per tutti quei pazienti di competenza traumatologica ed ortopedica che oggi non possono essere operati nella loro città, trasferiti, con molti disagi e non senza possibili complicanze, presso l’ospedale di Ozieri». Il Comitato Sanità Acabàura è assolutamente convinto che l’efficientamento dei due presidi algheresi debba passare «attraverso l’accentramento di tutte le specialità presso l’Ospedale Civile ma, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione presso quest’ultimo, ritiene vi debba essere l’immediato, temporaneo ripristino dell’attività chirurgica ortopedica e traumatologica presso l’Ospedale Marino». Per questo, il Comitato chiede che il sindaco di Alghero Mario Conoci «si assuma la responsabilità di affrontare questa delicata questione in modo deciso ed operativo, aprendo un tavolo permanente di lavoro con l’Ats, affinchè il commissario straordinario fornisca risposte certe sulle attività sanitarie attualmente sospese e chiarisca la programmazione, solo tracciata, contenuta nella Delibera del 15 novembre 2019, definendola meglio nei passaggi pratici: tempi, risorse, modalità».
«E’ inaccettabile che il rilievo di criticità riguardanti il personale e la sicurezza abbia avuto come conseguenza l’interruzione del servizio sine die, invece di indurre l’azienda sanitaria ad apportare tutti i correttivi necessari, in attesa del trasferimento dell’attività chirurgica dal Marino al Civile. Perché venga fatta chiarezza su quale sia la pianificazione a breve scadenza, il nostro primo cittadino dovrebbe chiedere che venga resa pubblica la relazione che ha condotto alla sospensione delle attività del Marino, così da fornire un’ informazione dettagliata sulle reali problematiche che hanno condotto ad una decisione così impattante sulla comunità algherese. E dovrebbe anche chiedere che venga redatta una relazione altrettanto meticolosa e particolareggiata sul presidio ospedaliero di Ozieri, per rassicurare la comunità che in quella sede vengano davvero garantiti quei requisiti minimi previsti per legge, requisiti che valgono per tutti i presidi e non solo per quello algherese. Non si tratta dunque di rivendicazioni mosse dalla nostalgia per un passato che non c’è più, ma di una battaglia a difesa dei nostri due presidi ospedalieri, che significa difesa del diritto alle cure perché, nell’attesa della riconversione del Marino, con trasformazione in polo di eccellenza, e nell’attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione che consentano al Civile di diventare ospedale di primo livello a tutti gli effetti, la città non venga privata di un servizio di fondamentale importanza, quello ortopedico e traumatologico, a seguito di motivazioni che appaiono poco convincenti»¸ concludono i rappresentanti del Comitato Sanità “Acabàura”.
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