Red
10 febbraio 2020
Sciopero Arst, adesioni al 70%
«L’adesione rilevata dai nostri delegati nelle sedi è stata superiore al 70percento, superando ulteriormente il dato del 7 settembre 2019 (attestato al 50percento circa)», dichiara il segretario generale della Fit Cisl Valerio Zoccheddu

SASSARI - «I dipendenti dell’Arst hanno deciso che è il momento di dire basta all’azienda e per questo hanno incrociato le braccia astenendosi dal lavoro nelle ultime quattro ore di turno negli impianti, dalle 18.30 alle 22.30 nelle linee dei bus, dalle 17.30 alle 21.30 sui treni e dalle 19 alle 23 nelle metropolitane in ogni sede della Sardegna. L’adesione rilevata dai nostri delegati nelle sedi è stata superiore al 70percento, superando ulteriormente il dato del 7 settembre 2019 (attestato al 50percento circa)». A dichiararlo è il segretario generale della Fit Cisl Valerio Zoccheddu, che sottolinea come i lavoratori abbiano «deciso di dare un forte segnale all’Azienda dei trasporti regionale, poiché nel corso dell’ultimo anno la situazione lavorativa è peggiorata, se raffrontata con altre realta sarde molto similari (Ctm, Atp Sassari, Aspo e Atp Nuoro)».
L'astensione riguardava quattro punti: «il mancato rimborso del costo di rinnovo della carta di qualificazione del conducente, che ha gravato per 300euro circa sugli autisti che hanno rinnovato finora; abbiamo obiettato all’Arst la discriminazione nei confronti dei dipendenti che vede Arst voler rimborsare il costo per chi ha scadenza nel 2020,ma non per gli altri; oltre ciò, constatiamo la differenza di trattamento con i lavoratori delle altre aziende sarde del Tpl, che hanno sostenuto tali costi per tutti i conducenti; il mancato avvio del turn over di personale soprattutto nel settore ferroviario, dove tarda l’avvio dei corsi di formazione, ciò comporta l’esigua presenza di addetti per garantire le corse dei treni, tant’è vero che si chiede ad alcuni dipendenti di rinviare il pensionamento; la mancanza di una serie di accordi aziendali capaci di omogeneizzare i livelli retributivi dei lavoratori Arst, anche in questo caso è mancata la volontà aziendale di affrontare le questioni economiche dalle quali sarebbero potuti scaturire miglioramenti salariali; la condizione delle officine e degli addetti alle manutenzioni, vede lamentare i dipendenti sulla scarsa attenzione per questo importante settore aziendale; sono innumerevoli i guasti e i fermi macchina segnalati in questi mesi, mentre i passeggeri attendono impazienti, i bus più datati restano fermi per la mancanza di una programmazione efficace ed efficiente: molte lavorazioni sono ormai gestite da ditte esterne, anche in ferrovia, con il conseguente aggravio di costi e la relativa dismissione delle professionalità aziendali», spiega Zoccheddu.
«Anche in questo caso le altre aziende del Tpl, hanno invece deciso saggiamente di internalizzare le lavorazioni, investendo sui propri dipendenti in termini professionali e numerici, attrezzando e migliorando le infrastrutture manutentive, scelte dalle quali sono derivati consistenti risparmi economici. Chiediamo allora che Arst dimostri con fatti concreti attenzione ai propri dipendenti attraverso “politiche aziendali rivolte al miglioramento delle condizioni nei luoghi di lavoro e degli stipendi”; tutto ciò garantendo formazione professionale puntuale, organici sufficienti e una migliore gestione delle sedi territoriali»¸ conclude il segretario generale della Fit Cisl..
|