Red
10 marzo 2020
Proteste nei penitenziari: il CoronaVirus non c´entra
«Da tempo, le Organizzazioni sindacali del Comparto Sicurezza chiediamo un incontro con il ministro, ma lo stesso non ci riceve. Prima o poi deve affrontare il problema carcere», auspica il segretario del Fns Cisl Sardegna Giovanni Villa

ALGHERO - «Riteniamo non sia il CoronaVirus il problema che ha fatto scattare le proteste in vari penitenziari d'Italia. Anche quello, forse, visto che non accettano il blocco dei colloqui visivi, ma principalmente sono le condizioni in cui versa tutto il sistema penitenziario italiano». A dichiararlo è il segretario del Fns Cisl Sardegna Giovanni Villa.
«Da tempo – prosegue Villa - le Organizzazioni sindacali del Comparto Sicurezza chiediamo un incontro con il ministro, ma lo stesso non ci riceve. Prima o poi deve affrontare il problema carcere. I detenuti approfittano della situazione di emergenza che sta vivendo il Paese per avanzare ancora una volta una richiesta di indulto o amnistia mettendo a rischio la vita degli operatori della sicurezza. I detenuti non si rendono conto che così facendo peggiorano una situazione sanitaria, a causa del CoronaVirus, meglio denominato Covid 19, già abbastanza precaria nel Paese mettendo a rischio la salute di più persone compresi i loro familiari».
«Purtroppo – conclude il sindacalista - non possiamo che denunciare che è venuto meno in questi anni il primato dello Stato nel governo delle carceri. Condanniamo con fermezza questo tipo di proteste ed esprimiamo vicinanza e solidarietà ai colleghi ed a tutti coloro sono intervenuti e che in queste ore stanno lavorando con spirito di corpo e abnegazione al dovere per ripristinare la sicurezza in quei penitenziari dove vi sono le proteste in atto».
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