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Giovanni Baldassarre Spano 23 giugno 2020
L'opinione di Giovanni Baldassarre Spano
Servizi sanitari ordinari, è crisi profonda
<i>Servizi sanitari ordinari, è crisi profonda</i>

Il gruppo Uniti contro la chiusura dell’Ospedale Marino, a seguito di numerose segnalazioni circa le difficoltà dell’utenza di interfacciarsi con il sistema sanitario pubblico per visite specialistiche e diagnostiche, ha deciso di farsi carico del patrocinio di questa problematica. La crisi dell’efficienza della sanità pubblica negli ultimi anni ha assunto proporzioni rilevanti per il territorio della Regione Sardegna. Il sistema sanitario sardo somma una scellerata gestione dei servizi territoriali con la scarsità di mezzi e personale, quasi possa esser risconta una volontà, forse incosciente, volta a scardinare la tenuta del sistema stesso. Liste d’attesa interminabili, prestazioni sanitarie offerte a notevole distanza dalla propria abitazione, con conseguenti difficoltà di assistenza da parte della famiglia, hanno trasformato spesso il percorso della salute in un calvario, che quasi sempre rimane circoscritto nelle mura domestiche. Questo grido di dolore noi lo sentiamo e lo facciamo nostro, senza motivi reconditi od interessi propagandistici. Molto spesso al disagio fisico si somma quello economico, poiché le snervanti attese spingono i pazienti a doversi rivolgere a professionisti privati, con costi che incidono sulle finanze familiari. Per nuclei monoreddito o comunque senza entrate particolarmente floride, si pone la scelta tra le attese ansiogene o la spesa per la visita immediata, alla quale si deve spesso rinunciare in virtù del bilancio domestico. Questo out out per noi e per un paese civile è inaccettabile.

Allo stato attuale, la crisi della sanità sta subendo un rapido peggioramento dato dagli effetti della pandemia da Covid-19, che ha visto l’interruzione dei servizi sanitari ordinari. Il pericolo serio è rappresentato dalla non celere ripresa dell’attività pre-pandemica nella cosiddetta “Fase 2” della sanità regionale. All’attenuazione generale della morsa del virus Covid doveva seguire un’immediata reazione che potesse assicurare gli investimenti necessari per poter superare l’enorme arretrato. Questa reazione in Sardegna e conseguentemente nel territorio di Alghero è mancata e continua a non avere corso. Data l’obiettività e la trasparenza che ci caratterizza non possiamo attribuire lo stato attuale dello sfacelo dell’organizzazione della sanità pubblica sarda all’Amministrazione regionale protempore, ma resta il fatto che la linea seguita, specie in precedenza alla crisi dovuta al Covid, è la stessa o comunque non caratterizzata da discontinuità rispetto ai decenni precedenti. Tutto questo assume connotati ancor più gravi se sommati alle passerelle propagandistiche corredate da servizi fotografici, succedutesi nell’ultimo anno, specie nel nostro territorio comunale. Foto dinnanzi alle strutture sanitarie, con o senza mascherina, pubblicate da figure istituzionali, conferiscono ancor più frustrazione a coloro che patiscono le inefficienze del sistema.

Riguardo la situazione di Alghero queste promesse sono state tante, a fronte di un saldo negativo tra il promesso e il conseguito. Argomento ulteriormente spinoso rimane ancora il costituendo reparto di terapia semi intensiva. Su questa unità si sono concentrati tanti spot e post, dei quali conserviamo buona memoria, chiedendone dovuto riscontro. Ultima fattispecie spinosa, inerente la terapia semi intensiva, parrebbe la sua provvisorietà in conformità a degli atti ATS che ne definivano, qualche mese fa, la natura di reparto d’appoggio per i pazienti non Covid, a sostegno delle unità complesse strategiche per il contrasto al virus. Ora, se questo scenario divenisse reale, i promettitori seriali e i loro sodali dovrebbero risponderne ai cittadini. Noi vorremmo che l’assessore regionale alla Sanità venisse nei nostri territori e si ponesse a disposizione delle istanze dei cittadini, dei comitati, delle sigle sindacali del personale sanitario e di chiunque altro che in questo territorio vuole risposte. Il sindaco di Alghero, se uomo di parola, dovrebbe reiterare l’invito a lui fatto in precedenza, articolando questo incontro con quanti si battono per il sistema sanitario pubblico, specie ora che in Regione si lavora ad un’ulteriore riforma della sanità e senza discriminare alcuni interlocutori. Concludendo, vogliamo rivolgerci ai cittadini con un appello. Stiamo vedendo come i nostri diritti siano spesso fragili e come quello alla salute possa essere minato dall’inefficienza. Per contrastare questa compromissione v’è bisogno di una collettività attiva e partecipe che difenda questo diritto inviolabile attraverso la propria vigilanza. Non si può essere inerti, poiché nella passività le nostre tutele non trovano protezione. La nostra vicinanza va a tutti gli utenti della sanità e a tutti gli operatori sanitari, entrambe categorie vittime dell’inefficienza del sistema.

* portavoce gruppo Uniti contro la chiusura dell'Ospedale Marino



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