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Red 15 luglio 2020
«No al cemento sulle coste sarde»
Ricorso contro la legge scempia-coste: sabato, l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico onlus ha inoltrato una documentata segnalazione al Governo, perché effettui ricorso alla Corte costituzionale contro la legge regionale 9 luglio 2020 con cui, a maggioranza, «il Consiglio regionale ha formulato un’illegittima interpretazione autentica che consentirebbe la riscrittura del Piano paesaggistico regionale nelle sue parti fondamentali
«No al cemento sulle coste sarde»

CAGLIARI - Sabato, l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico onlus ha inoltrato una documentata segnalazione al Governo, perché effettui ricorso alla Corte costituzionale contro la legge regionale 9 luglio 2020 (in corso di pubblicazione sul Buras) con cui, a maggioranza, «il Consiglio regionale ha formulato un’illegittima interpretazione autentica che consentirebbe la riscrittura del Piano paesaggistico regionale nelle sue parti fondamentali (fascia costiera, zone agricole, beni identitari). In pratica – spiega il rappresentante Stefano Deliperi - la Giunta regionale Solinas sarebbe così autorizzata a riscrivere le parti fondamentali del Ppr in gelosa quanto interessata solitudine, senza ottemperare agli obblighi di pianificazione congiunta con il Ministero per i Beni e attività culturali e il turismo (art.143 del decreto legislativo n.42/2004 e s.m.i.)».

«La motivazione dichiarata, legata al voler così consentire il completamento della nuova Strada statale n.291 “Sassari–Alghero”, non solo non è minimamente condivisibile, perché esso è esplicitamente previsto dall’art.20, comma 1, lettera b, delle Norme tecniche di attuazione del Ppr, ma è anche smentita dalla prossima riunione del Consiglio dei ministri, che approverà definitivamente il completamento della strada. Il completamento della strada è una sfrangiata foglia di fico che, maldestramente, prova invano a coprire la solita, consueta, voglia mattonara. Innanzitutto – insiste Deliperi - il testo approvato si rivela ben al di fuori degli stretti limiti nei quali la giurisprudenza costituzionale (vds. Corte cost. n.78/2012; Corte cost. n.308/2013 relativa proprio a disposizioni del Ppr) e della Corte europea dei diritti dell’uomo (sentenza 23 ottobre 1997, National & provincial building society e altri contro Regno unito; sentenza 27 maggio 2004, Ogis-Institu Stanislas e altri contro Francia) consente la cosiddetta interpretazione autentica di discipline vigenti da tempo: qui non siamo in presenza di “situazioni di oggettiva incertezza del dato normativo”, a causa di “un dibattito giurisprudenziale irrisolto”, ovvero nella necessità di “ristabilire un'interpretazione più aderente alla originaria volontà del legislatore... a tutela della certezza del diritto e dell'eguaglianza dei cittadini, cioè di principi di preminente interesse costituzionale”».

«Inoltre – aggiungono dalla sede del Grig - il testo è denso di illegittimità, non potendo la Regione autonoma della Sardegna eludere l’obbligo di pianificazione congiunta in tutta quella fascia costiera e nelle aree agricole tutelate con vincolo paesaggistico oggetto di singoli provvedimenti di individuazione (art.136 del decreto legislativo n. 42/2004) ovvero di tutela discendente dalla legge (art.142 del decreto legislativo n. 42/2004). Basti pensare che sono una sessantina i provvedimenti individuativi di aree costiere tutelate con vincolo paesaggistico lungo le coste sarde, andandone a tutelare circa il 75-80percento. Confortano e sostengono la segnalazione ecologista le oltre 32mila adesioni alla petizione per la salvaguardia delle coste sarde, per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del Piano paesaggistico regionale. Migliaia e migliaia di cittadini chiedono a gran voce una scelta di salvaguardia ambientale, una scelta per preservare il futuro, una scelta di civiltà.

«Altro cemento sulle coste non vuol dire turismo, significa solo degrado ambientale e perdita di attrattiva. Naturalmente, le adesioni alla petizione continueranno a giungere, in attesa del prossimo esame di un’altra proposta legislativa foriera di fortissime preoccupazioni per la tutela efficace delle coste sarde, il disegno di legge della Giunta Solinas (deliberazione Giunta regionale n.52/40 del 23 dicembre 2019, relazione illustrativa, testo della proposta) per consentire aumenti volumetrici anche a due passi dal mare. Abbiamo difeso, difendiamo e difenderemo la nostra terra, millimetro per millimetro. Ne stiano certi», conclude Stefano Deliperi, a nome del Gruppo d’intervento giuridico onlus.

Nella foto: Stefano Deliperi
27/6/2025
Le iniziative sostenute riguarderanno la tutela, la valorizzazione e la fruizione sostenibile del patrimonio carsico e speleologico, ambienti di rara fragilità e straordinario valore scientifico, culturale e ambientale



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