Enrico Muttoni
30 luglio 2020
L'opinione di Enrico Muttoni
Diamo il benvenuto al metano per Alghero
Il 31 luglio 2020 il metano arriverà ad Alghero. Ovvero sarà pronto a essere messo in rete, perchè per la sua utilizzazione è necessaria la conversione degli apparati di combustione, dai semplici ugelli delle cucine a GPL, a tutti i bruciatori degli impianti di riscaldamento attualmente a gasolio o GPL. Chi abita in condominio, infine, dovrà stendere la rete per il servizio ai vari appartamenti. La storia del metano in Sardegna è ormai lunga. Le motivazioni per la realizzazione della rete erano, e sono: la necessità di energia a basso costo, la necessità di proteggere l'ambiente, l'esigenza di modernizzare la regione, essendo il metano presente da tempo nel resto d'Italia. Tre falsità gigantesche. Il metano, essendo la fonte energetica fossile più pulita, è anche la più costosa, alla fonte. Come è ovvio. Non facciamoci ingannare dal prezzo all'utenza, sempre deciso dai governi in base alle (loro) opportunità, e modulato dalla fiscalità.
L'ambiente della Sardegna, ottimo di suo, se in passato è stato minacciato dall'industrializzazione, con la chiusura dei grandi impianti non ha nulla da temere, se non dagli ambientalisti da salotto. Infine, l'argomento della arretratezza della Sardegna, da colmare con nuove iniziative, inutili e di cui nessuno ha mai sentito l'esigenza, è sempre stato un argomento importante nella politica e sulla stampa.
Si era partiti col faraonico progetto del metanodotto Algeria - Sardegna - Corsica - Italia, dovendo superare due difficoltà tecniche: la profondità del mediterraneo, e lo scavo della dorsale sarda (il granito è un materiale più tosto dell'humus padano). La Corsica ha rinunciato, essendo pochissimo popolata e non volendo assoggettarsi a una servitù. L'idea del metanodotto sottomarino è stata abbandonata, così come quella della dorsale sarda, che non avrebbe mai raggiunto i centri piccoli e decentrati. Il metano, dunque, non sarebbe arrivato più allo stato gassoso e a bassa pressione, ma tramite navi metaniere, che lo trasportano allo stato liquido, a -80°C di temperatura.
Il che costituisce una sfida tecnica, in quanto mantenere in continuo una temperatura così bassa pone problemi di sicurezza non indifferenti. Superati i -80°C, infatti, il metano torna istantaneamente allo stato gassoso, esplodendo. Fatta questa lunga, ma doverosa, premessa, la prima domanda è: da dove arriva il metano per Sassari e Alghero (e dove per tutte le altre utenze nel cagliaritano)? Dalle metaniere, è ovvio: ma poi? Nessuno ha spiegato in quali serbatoi periferici il gas andrà immagazzinato per la distribuzione. Bisogna spiegare che il metano liquido, non essendo ipotizzabile una rete estesa mantenuta a -80°C, va gassificato in un impianto apposito. Questa operazione sottrae all'ambiente una grande quantità di calore, ovvero genera freddo intenso, in parole semplici. Dove verrà fatta questa trasformazione? Il freddo generato, da chi sarà sfruttato? Questi i principali problemi tecnici. Ma ci sono altre domande: arriva il metano, ma non quello per autotrazione: perchè? Azzardo un ipotesi.
Adattare i distributori stradali costa troppo, e i gestori, contrariamente ai politici, sanno perfettamente che la popolazione in Sardegna si sta contraendo rapidamente, e che la clientela è destinata a diminuire: quattro tipologie di combustibile: gasolio, benzina, GPL e metano aumentano solo i costi senza influire sui ricavi. Infine, una nota merceologica: chi garantisce la qualità del metano? Mi spiego: prima di questo gas nelle reti urbane di Cagliari e Sassari sono stati distribuiti prima il “gas di città” ( o gas d'acqua o gas povero, una miscela di idrogeno, ossido di carbonio e anidride carbonica), e poi l'aria propanata. Ora il metano. Nessuno controlla la qualità di questi gas, se non i produttori (come le compagnie elettriche e i loro contatori, controllati in remoto, del resto). Va da sé che, a seconda delle condizioni del business, è fin troppo semplice allungare con l'aria le miscele gassose, stando attenti a non essere ingordi e alla formazione di miscele detonanti. E' un'ipotesi, sia chiaro, una possibilità. Lungi da me pensare che un ente pubblico usi certi sotterfugi. In questa situazione, con una mano sul cuore, e l'altra su portafogli, possiamo dare il benvenuto al metano per Alghero.
|