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Red 10 marzo 2021
«Sbagliato sostituire guardiadighe con vigilantes»
«In questo modo non è garantita la sicurezza degli impianti, della popolazione e dei territori», dichiarano i deputati del Movimento 5 stelle Paola Deiana e Luca Sut
«Sbagliato sostituire <i>guardiadighe</i> con vigilantes»

ALGHERO - Vigilantes al posto dei guardiani delle dighe negli impianti idroelettrici della Sardegna, del Friuli Venezia Giulia e di altre regioni italiane. A occuparsi della delicata questione sono i deputati del Movimento 5 stelle Paola Deiana e Luca Sut che, ier mattina (martedì), hanno tenuto una videocall con il direttore del Dipartimento nazionale energie rinnovabili di Cisal FederEnergia Franco Peana.

Nel corso dell'incontro, si è parlato della sicurezza degli impianti, della popolazione e dei territori che, con la sostituzione dei guardiani delle dighe, «non può essere assolutamente assicurata. Due figure professionali talmente distanti che non possono essere equiparate, né tantomeno sostituite l'una con l'altra – sottolineano i due parlamentari - In caso di disservizi o situazioni di pericolo, i vigilantes non possono intervenire in nessun modo, ma solo segnalare tempestivamente quanto rilevato a un tecnico dell’ente, che dovrà raggiungere l’impianto. Ma come sappiamo bene, le dighe non sempre sono facilmente raggiungibili e questo significa che non è possibile agire con tempestività. Dall’altra parte, invece, i guardiadighe sono addestrati e preparati non solo per presidiare l’impianto, ma anche per gestire situazioni di pericolo».

«In Sardegna, il servizio di vigilanza e presidio delle trentuno opere di sbarramento principali gestite dall’Enas è stata nel tempo aggiudicato a ditte esterne, per sole logiche di risparmio. Lo stesso meccanismo si è già innescato per una delle tre centrali idroelettriche gestite da Enel. In Friuli Venezia Giulia - proseguono Sut e Deiana - si registra il caso di A2A che, dal mese scorso, ha iniziato a impiegare personale esterno di vigilanza presso gli impianti di Ampezzo e Somplago, in provincia di Udine». «Per questo - riprende Luca Sut - di recente ho presentato un'interrogazione al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. L'obiettivo è sollevare l'attenzione istituzionale su un ciò che riteniamo essere un problema per le sorti occupazionali dei lavoratori coinvolti e per la sicurezza dei territori». Nel corso della riunione, si è concordato sulla necessità di «una legge che stabilisca rigide regole sul servizio di vigilanza delle dighe che, per le ragioni illustrate, può vedere impiegato unicamente personale qualificato e interno».
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