G.M.Z.
18 marzo 2008
Baratz monumento della Sardegna
Ieri a Sassari il tavolo tecnico per decidere gli interventi da programmare, tra le possibili soluzioni l’apporto di acqua dal bacino adiacente. Presente, tra gli altri, l’algherese Toni Torre, responsabile del Parco Geominerario del nord Sardegna

SASSARI – Dopo gli annunciati provvedimenti urgenti per salvare il Lago di Baratz, arrivano conferme dall’assessore regionale all’Ambiente Ciccito Morittu. Ieri a Sassari, nella sede della Regione, il primo tavolo tecnico per decidere gli interventi da programmare in soccorso dell’unico lago naturale dell’Isola . Già individuati i primi passi da compiere: un Piano di gestione della risorsa idrica, atto dovuto in presenza di un Sito d’interesse Comunitario, corredato da un apposito disciplinare sugli usi idrici; uno studio specifico del Bacino, da portare avanti col supporto del Parco Geominerario della Sardegna; il trasferimento di acqua dolce attraverso altre fonti (più verosimilmente utilizzando l’acqua da un bacino attiguo al lago); la realizzazione da parte del genio Civile di una mappa dettagliata dei punti autorizzati di prelievo idrico. All’incontro erano presenti, oltre le istituzioni competenti per gli interventi ambientali, l’assessore Morittu, il delegato all’Ambiente del comune di Sassari Demontis, e i commissari del Geominerario Giampiero Pinna e l’algherese Toni Torre. «Il comune di Sassari presenterà la documentazione per consentire l’emissione del decreto con cui il lago diventerà monumento naturale – ha detto Morittu – si tratta di un passo decisivo perché consentirà di beneficiare, tra l’altro, dei finanziamenti della legge regionale 31, avendo così una programmazione chiara sugli interventi di conservazione e tutela da attuare». Intanto proseguono su diversi fronti le attività d’indagine del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale dello Stato, per accertare possibili situazioni di illegalità. Dopo pasqua primo appuntamento di verifica in situ, per dare corso ai progetti.
Nella foto Toni Torre, responsabile dell’Area 5, Argentiera-Capo Caccia-Gallura, del Parco Geominerario della Sardegna
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