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4 novembre 2022
 
Sanità in ginocchio ad Alghero: lettera aperta
 
«Svegliamoci tutti, perché il tempo è scaduto». Lettera aperta dell’ex sindaco di Alghero e leader dell’opposizione cittadina, Mario Bruno, al Sindaco Mario Conoci e al Presidente del Consiglio Comunale Raffaele Salvatore
 
 
 
  
ALGHERO - «Svegliamoci tutti, perché il tempo è scaduto». E' la drammatica constatazione dell'ex sindaco di Alghero e consigliere regionale, Mario Bruno, che consapevole della delicatissima situazione in cui è sprofondata la sanità territoriale si rivolge con una lettera aperta al sindaco ed al presidente del consiglio comunale, nel tentativo di unire le forze nei confronti delle aziende sanitarie e della regione. La nuova presa di posizione - l'ennesima degli ultimi tempi - segue l'appello di un altro ex sindaco e attuale consigliere regionale,  Marco Tedde, che parlava addirittura di  Caporetto. Di seguito il testo integrale indirizzato a Mario Conoci e Lelle Salvatore. 
 Signor Sindaco, Signor Presidente,  
 Mario, Lelle, 
 
 avrei potuto utilizzare, insieme ai colleghi consiglieri di minoranza, le prerogative che il regolamento consiliare ci offre per poter mettere all’ordine del giorno l’ennesima mozione  sulla sanità algherese che si concluderebbe – fra qualche mese - con una risoluzione anche  unitaria, come al solito disattesa da Regione e Aziende sanitarie. Credo, però, almeno su questa materia, dobbiamo uscire dalle logiche maggioranza minoranza e poter intervenire unitariamente e con forza risolutiva su queste tematiche che  riguardano le persone più fragili e la difesa di un territorio che vediamo sempre più  abbandonato. Le ultime proposte di atti aziendali da parte di AOU e ASL su Alghero sembrano una presa in  giro e prima che arrivino in Regione è opportuno siano discusse in Consiglio Comunale per  avere un quadro esatto del progetto sanità ad Alghero: reale, concreto, non un libro dei  sogni, non in contrasto con la normativa sovraordinata, senza doppioni, senza  moltiplicazione di strutture complesse fuori da ogni logica. Dobbiamo arrivare ad un  progetto sanitario condiviso e difeso da tutto il territorio, senza distinzione di colori politici,  ma con possibilità concrete di attuazione. Partiamo dall’ospedale civile in capo alla ASL. L'atto aziendale prevede due direzioni di  presidio ospedaliero distinte tra Sassari e Ozieri, impossibili da realizzare senza la modifica  della legge di riforma della rete ospedaliera e delle stesse linee guida che prevedono  esplicitamente un solo direttore per i due ospedali, funzionalmente accorpati. L'atto Asl prevede la terapia intensiva, ma non ci dice quando e dove la asl reperirà gli  anestesisti in numero sufficiente. Se è vero che è stato proposto, sulla carta, un reparto di  anestesia anche al Marino, in capo all’AOU, ci chiediamo quando da Sassari arriveranno i  rianimatori, posto che ancora oggi e chissà per quanto tempo l’ortopedia continuerà ad  operare al Civile, per i lavori delle sale operatorie al Marino che vanno a rilento. L’atto aziendale della ASL contiene anche la traumatologia ortopedica come dipartimento  strutturale all’Ospedale Civile. Ma analogo reparto viene mantenuto al Marino. Due reparti?  Ma ne facessero funzionare uno, posto che dal marzo scorso sono state chiuse le sale  operatorie del Marino con un via vai di ortopedici e pazienti da un ospedale all’altro e  l’impossibilità di intervenire su patologie che necessitano di chirurgia protesica, chirurgia di  piede e mano, artroscopia del ginocchio e della spalla. Le liste d’attesa sono nel frattempo  cresciute a dismisura e consentono di intervenire solo su fratture, ma spesso con interventi  a distanza di troppi giorni dall’evento traumatico e con sofferenze indicibili da parte dei pazienti. Recentemente, i rianimatori del Civile si sono trovati di fronte al dilemma se  operare le persone fratturate o i pazienti di otorinlaringoiatria, e si è deciso di intervenire  praticamente solo su questi ultimi. Può durare a lungo questo stato di cose? Possiamo tollerare che solo col ricorso al privato si possano ottenere visite in tempi brevi? E  chi non ha le risorse, non si cura? Personale che manca anche al pronto soccorso dove viene istituita sulla carta l’osservazione  breve, ma senza medici effettivi e infermieri per far funzionare l’ordinario e con un  responsabile facente funzioni da troppo tempo in carica.  La lungodegenza prevista dalla rete ospedaliera al Marino, compare nell’atto della Asl ora  all'Ospedale Civile, ma senza personale e senza l’adeguamento strutturale dei reparti  resterà solo un'affascinante teoria. Niente lungodenza, dunque, nessuna RSA prevista in città, niente hospice, nessun ospedale  di comunità. Proseguirà il sovraffollamento della medicina e l’intasamento del pronto  soccorso, senza soluzioni residenziali per i pazienti post-acuti.  Appare nell’atto aziendale dell’AOU al Marino anche la riabilitazione funzionale, negli ultimi  anni ridotta di spazi, per la condivisione del reparto con ortopedia, e di servizi, ed appare un  reparto di traumatologia dello sport e di chirurgia ortopedica innovativa, ma scompare  dall’atto la parola robotica.  Anche in seno al Consiglio regionale e alle forze politiche cittadine avanza l’ipotesi di  riportare l’Ospedale Marino in capo alla ASL, visto il fallimento della scelta di trasferire  all’AOU il “Regina Margherita” e vista l’inosservanza della legge per quanto riguarda la  mancata convenzione tra la Regione e l’Università e il mancato decollo dell’ospedale di  primo livello, per non parlare del nuovo ospedale, sparito dall’agenda del Presidente della  Regione. Ecco, perché serve un momento vero di confronto tra i componenti dell’assemblea civica  cittadina per poi manifestare il progetto della città in rapporto con le istituzioni sarde che  hanno l’obbligo di assicurare anche la salute di questo territorio. Non facciamoci, ancora una volta, dettare l’indirizzo dall’esterno della città. Coinvolgiamo i  cittadini, le associazioni, i sindacati, le forze politiche e sociali. Svegliamoci tutti, perché il tempo è scaduto. 
Nella foto: Mario Bruno all'ospedale  Marino di Alghero
  
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