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22 aprile 2008
Sistema dunale risorsa per attività turistico-balneari
Se n'è parlato nel corso del seminario del parco di venerdì scorso

ALGHERO - Le dune costiere costituiscono una categoria di habitat di eccezionale interesse biologico. Nonostante questi ambienti sabbiosi possano sembrare come piccoli deserti inospitali, quasi privi di vita, rivestono invece una enorme importanza sia per la conservazione della biodiversità, sia per le ricadute economico-sociali. L’uso sostenibile di questi ambienti infatti garantirà alle generazioni presenti e future di esercitare le attività turistico-balneari, volano di sviluppo negli ultimi decenni per l’economia sarda in generale e algherese in particolare ancora per lungo tempo. Questo in sintesi ciò che è emerso nel corso del sesto seminario del parco dal titolo: flora e vegetazione degli ecosistemi dunali del Parco Regionale di Porto Conte: biodiversità, gestione e conservazione. «Gli habitat sabbiosi costieri sono l’esempio più eclatante -ha spiegato il botanico Emmanuele Farris dell’Università degli Studi di Sassari relatore del seminario- di come l’interesse di conservazione della biodiversità dovrebbe coincidere con l’interesse di uno sviluppo economico duraturo grazie all’uso corretto di risorse non rinnovabili, quali sono le sabbie marine». Parlando di queste, è stato riferito, è facile pensare alle spiaggia che però e solo la parte terminale di un complesso di ecosistemi rappresentato dalla duna. «La duna rappresenta, per essere chiari -ha continuato Farris- la banca di sabbia della spiaggia. Senza una duna alle spalle le spiagge sono inevitabilmente destinate a scomparire. E mantenere in salute una duna occorre mantenere in salute la vegetazione che è in grado di ricoprirla e che la abita». La forte contrazione dei sistemi dunali non ha conseguenze solo di tipo biologico (perdita di habitat o estinzioni di specie), ma ha anche gravi risvolti economici, in quanto determina la riduzione delle superfici utilizzabili per il turismo balneare. La duna è il risultato dell’equilibrio dinamico che costantemente si stabilisce tra correnti marine e corpi idrici retrodunali e comunità vegetali. Queste ultime che si sviluppano sulle sabbie costiere, contribuiscono in vario modo, ma in maniera determinante, all’evoluzione e stabilizzazione della duna, trattenendo la sabbia e contrastando l’azione erosiva dei venti e dei marosi. La rimozione della vegetazione che vive sulla sabbia, spesso attuata in maniera sconsiderata con mezzi meccanici, sebbene nel breve termine consenta di allargare gli spazi destinati agli ombrelloni, nel lungo termine comporta la perdita netta di enormi volumi di sabbia e quindi l’arretramento della duna e con essa della spiaggia. «Chi gestisce le spiagge e vi esercita attività economiche dunque -ha concluso Farris- dovrebbe essere primariamente interessato a capire il funzionamento e a tutelare questi sistemi ecologici complessi, non foss’altro per il fatto di potersi garantire lo stipendio ancora a lungo».
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