Carlo Mannoni
19 giugno 2024
L'opinione di Carlo Mannoni
Le mie riflessioni dopo la manifestazione di Saccargia
Ho già sostenuto, in altre occasioni, che il meccanismo legislativo creato dal "decreto Draghi", ovvero il decreto legislativo 119 del 2021 sull'energia, è stato così ben congegnato (per difendere gli interessi energetici nazionali ed europei coincidenti con quelli dei grandi investitori nelle energie rinnovabili) da rendere difficile qualsiasi opposizione della Regione alle autorizzazioni in corso (mi riferisco all'esorbitante numero di domande di autorizzazione presentate in Sardegna). Rileggiamo l'articolo 20 del decreto legislativo 119/2021. Per il comma 6, "nelle more dell'individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione". La lettura "ottimistica" di tale articolo lascerebbe la speranza che il divieto di moratorie e sospensioni sui procedimenti in corso cada con il provvedimento di determinazione delle aree non idonee da parte della Regione. Cosicché tutto ciò che non è stato autorizzato si fermerebbe dinanzi ai divieti territoriali regionali di installazione degli impianti. Una lettura "pessimistica" della normativa porta a concludere il contrario. Infatti, per il comma 7 dello stesso decreto legislativo 119/2021, "le aree non incluse tra le aree idonee non possono essere dichiarate non idonee all'installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, in sede di pianificazione territoriale ovvero nell'ambito di singoli procedimenti, in ragione della sola mancata inclusione nel novero delle aree idonee". Significa che i procedimenti in corso seguiranno il loro iter autorizzativo, comunque, anche nelle aree dichiarate non idonee dalla Regione, come era scritto nell'articolo 10 del decreto governativo sulle aree, stralciato su richiesta delle Regioni (compresa la nostra) e con il governo consenziente, ben sapendo che lo stralcio sarebbe stato inutile dinanzi al settimo comma dell'articolo 20 del "decreto Draghi'. Il decreto regionale non sarà, dunque, vincolante e chi dovrà stabilire, caso per caso, se l'area è o meno idonea, saranno, in definitiva, il ministero dei beni culturali e il ministero dell'ambiente e della transizione energetica e, in caso di contrasto tra i due, come nel caso di Saccargia, sarà il governo nazionale a decidere. Tale norma non è stata impugnata a suo tempo dalla Regione e temo che un Ppr approvato dalla stessa Regione a posteriori, ovvero tardivamente, avrà un'efficacia solo momentanea sino alle pronunce della Corte Costituzionale. Sperando, ovviamente, di essermi sbagliato.
*Carlo Mannoni
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