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«Lungomare ostaggio della posidonia»
Lo denuncia Marco Lombardi, del coordinamento di Alghero della Lega ed operatore commerciale, che lancia l’allarme per l’impatto che l’accumulo di alghe sta avendo sull’economia locale

ALGHERO - «Uno dei tratti più belli e frequentati della nostra città, il lungomare Barcellona e il lido San Giovanni, è oggi ostaggio della posidonia. Una situazione di degrado che si ripete da anni e che, a distanza di un anno dall’insediamento dell’attuale amministrazione comunale, non solo non è migliorata ma è addirittura peggiorata.» Lo denuncia Marco Lombardi, del coordinamento cittadino della Lega ed operatore commerciale, che lancia l’allarme per l’impatto che l’accumulo di alghe sta avendo sull’economia locale. «Ci troviamo nel cuore della stagione turistica – prosegue Lombardi – e in una delle aree più frequentate da visitatori e residenti, dove operano numerose attività commerciali, non è stato fatto nulla per garantire decoro e fruibilità. È inaccettabile che Alghero, perla del turismo sardo, venga lasciata in queste condizioni».
Secondo l’esponente leghista, la responsabilità è da attribuire non solo alla giunta comunale, «inerte di fronte a un problema noto e ciclico», ma anche alla Regione, «che quest’anno non ha stanziato alcuna risorsa per affrontare la questione, come invece era accaduto in passato”. Il risultato, denuncia Lombardi, è che “i danni li pagano i cittadini e, in particolare, gli imprenditori locali, che devono subire un vero e proprio dazio imposto dall’inerzia istituzionale».
A rendere la vicenda ancora più paradossale, secondo Lombardi, è la decisione del Parco di attivare un campo boe per la salvaguardia della posidonia: «Si parla di specie in via d’estinzione, eppure ogni anno assistiamo a un accumulo tale da rendere spiagge e passeggiate impraticabili. In nome di una presunta tutela ambientale, si finisce per penalizzare i cittadini, che vengono di fatto espropriati del loro mare, e l’intero comparto nautico. Alghero merita di più – conclude Lombardi – e non può essere condannata all’abbandono da parte di chi dovrebbe governarla e valorizzarla. Serve un intervento immediato, serio e strutturale, non propaganda e immobilismo»”.
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