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A.B.
23 ottobre 2008
Jazz: A Paulilatino il Marc Ribot Trio
Inizia oggi la due giorni musicale organizzata a scopo benefico da Dromos al Teatro Grazia Deledda

PAULILATINO - Appuntamento jazz da non mancare, questa sera a Paulilatino, per la prima delle due serate organizzate da “Dromos” al Teatro “Grazia Deledda”. Alle ore 21.30, riflettori puntati sul trio di Marc Ribot, uno dei chitarristi più originali e apprezzati degli ultimi due decenni nel campo della musica improvvisata (e non solo).
Classe 1954, americano di Newark, Ribot ha legato il suo nome a quello di grandi protagonisti della scena “downtown” newyorkese e del jazz contemporaneo: Lounge Lizards, Arto Lindsay, Don Byron, Anthony Coleman, Evan Lurie, Bill Frisell, Fred Frith, John Zorn. Ma nel suo curriculum spiccano anche le tante collaborazioni con artisti di altri ambiti musicali, come Wilson Pickett, Elvis Costello, Marianne Faithful, Tom Waits, Caetano Veloso, Laurie Anderson, il nostro Vinicio Capossela, fra gli altri. Chitarrista eclettico e trasversale, nella sua vasta produzione (solistica o alla testa di formazioni e progetti come “Rootless Cosmopolitans”, “Shrek”, “Spiritual Unity”, “Ceramic Dog”) Marc Ribot spazia dalle riletture di standard classici alla sperimentazione più radicale, dagli omaggi al free jazz di Albert Ayler alla musica cubana, dal solo all’orchestra sinfonica.
Questa sera, Mark Ribot si presenta alla testa di un trio che, accanto a Chad Taylor alla batteria, schiera un contrabbassista del calibro di Henry Grimes: un gigante del jazz “ritrovato”, perché solo da cinque anni è tornato su quella scena musicale da cui si era allontanato da tre decenni. Una scena che Henry Grimes aveva calcato intensamente tra la metà degli Anni Cinquanta degli Anni Sessanta, suonando e registrando una cinquantina di dischi con un numero impressionante di musicisti.
Il biglietto d'ingresso costa cinque euro e l’intero incasso della serata sarà devoluto a favore del “Gofar” , il fondo istituito dal comitato “Rudi” (una onlus con base a Torino, ma di portata internazionale) per la ricerca sull'Atassia di Friedreich.
Nella foto: Mark Ribot (Foto Agostino Mela)
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