Red
4 maggio 2009
Officine Zirra: «Comune intervenga»
Il coordinamento cittadino de "La Sinistra" denuncia lo stato di profondo degrado dei capannoni della ex-officina Etfas di Santa Maria la Palma, abbandonati da numerosi anni

ALGHERO - Il coordinamento cittadino de "La Sinistra" denuncia lo stato di profondo degrado dei capannoni della ex-officina Etfas di Santa Maria la Palma e la totale sottovalutazione del problema manifestata dall’amministrazione comunale in tutti questi anni di amministrazione.
«Per questo territorio - sottolineano dal coordinamento cittadino - il recupero di tali fatiscenti strutture, nelle quali sono presenti numerose sostanze cancerogene, tra le quali l'amianto, rappresenta una condizione prioritaria per l'avvio di una politica nuova di salvaguardia dell'ambiente, con l'obiettivo di preservare i terreni produttivi che già sono indirizzati a produzioni specializzate come la viticoltura, orticoltura e olivicoltura».
Riteniamo doverosa una decisa presa di posizione del Comune nei confronti del legittimo proprietario di questi immobili, precisano, al fine di procedere ad una adeguata bonifica dell'area e far sì che sia fruibile dalla cittadinanza. «A tal fine, si invita l’Ente proprietario, le associazioni operanti nel territorio, il comitato di quartiere della borgata di Santa Maria la Palma, ad avviare un diffuso dibattito all'utilizzo di queste strutture, ipotizzando sin da ora la possibile istituzione di un centro di raccolta di prodotti agroalimentari in linea con l'indirizzo nazionale della filiera corta, tale da garantire al consumatore una maggiore salubrità ed economicità dei prodotti».
«Inoltre - conclude la nota de La Sinistra - ricordando l'importanza che nella zona ha avuto la riforma agraria, la quale ha reso possibile con l'opera di bonifica dell'Etfas, la riconversione di terre improduttive e malsane e l’avvio della trasformazione sociale del nostro territorio, si propone ufficialmente di costituire, in una parte di queste strutture, un museo storico della riforma agraria, al fine di tutelarne la memoria per le future generazioni, evitando che questa venga vergognosamente ricordata da ruderi e strutture abbandonate».
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