Sara Alivesi
13 maggio 2009
Bruno a Cappellacci: «No al nucleare»
Dopo l´approvazione in Senato del decreto sul nucleare, Mario Bruno, capogruppo del Pd, esorta Cappellacci ad opporsi all´insediamento di centrali nucleari in Sardegna

ALGHERO – Dopo oltre vent’anni dal referendum del 1987, l’Italia fa marcia indietro e riapre le porte al nucleare, accelerando il programma sull’insediamento delle centrali. Durante la seduta del Senato svoltasi ieri pomeriggio, è stato approvato, con alcune modifiche, l'articolo 14 del disegno di legge n. 1195, con delega al Governo in materia nucleare.
L’articolo, oltre a fissare i principi e le direttive da seguire durante la fase di realizzazione delle centrali, riporta la disciplina che regolamenterà la localizzazione sul territorio nazionale dei nuovi impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di quelli di fabbricazione del combustibile e dei sistemi di stoccaggio e di deposito delle scorie. Riferimenti anche alle modalità di realizzazione degli impianti e delle opere connesse, alla partecipazione delle amministrazioni interessate e all'informazione alla popolazione.
«L'incubo del nucleare sta diventando realtà e la Sardegna potrebbe subire l'ulteriore umiliazione di una centrale sul suo territorio». Queste le parole affidate ad un comunicato che Mario Bruno, capogruppo del Partito Democratico ha diffuso agli organi di stampa regionali per esprimere il dissenso della sua parte politica alla decisione del Governo. Il consigliere algherese teme che la Sardegna sia tra le prime regioni candidate ad “accogliere” i siti, in base alle caratteristiche geomorfologiche del territorio e la bassa densità.
Bruno invita la Regione ad attivarsi tempestivamente e «non accettare passivamente le decisioni altrui» facendo riferimenti all’industria chimica, i fondi per la Sassari-Olbia e di quelli Fas, lo spostamento del G8 e il problema della Tirrenia. Bruno esorta Cappellacci «ad evitare che la nostra isola venga ancora una volta mortificata dalle scelte del governo nazionale». Ora la parola al Governatore si era già opposto con forza all'ipotesi di insediamento di centrali in Sardegna.
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