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Red
16 maggio 2009
“Foreste aperte", il jazz di “Altipiani”
Sesto e ultimo appuntamento con “Altipiani”, la serie di concerti per pianoforte organizzata dall´associazione culturale Time in Jazz all´interno del progetto “Foreste aperte"

NUORO - Sesto e ultimo appuntamento con “Altipiani”, la serie di concerti per pianoforte organizzata dall'associazione culturale Time in Jazz all'interno del progetto “Foreste aperte". Domani (domenica 17) tappa nella foresta demaniale Montes, nel territorio di Orgosolo: alle 16, spetta a un'autentica primadonna della scena jazzistica nazionale, Rita Marcotulli, il compito di suggellare la rassegna che nei precedenti weekend ha ospitato (nell'ordine) Dado Moroni, Luca Mannutza, Antonello Salis, Bojan Zulfikarpasic e Silvia Corda.
Pianista elegante, dalla grana melodica e dalla voce strumentale riconoscibili, Rita Marcotulli si innamora del pianoforte quando ha appena cinque anni, per approfondirne poi lo studio al conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, la città dove è nata nel 1959. Al jazz è approdata intorno ai primi anni Ottanta, trovando presto la possibilità di suonare con grandi musicisti stranieri di passaggio nella capitale: Chet Baker, Steve Grossman, Peter Erskine, Joe Henderson, Joe Lovano, Tony Oxley, Michel Portal, Charlie Mariano, Richard Galliano, Michel Benita, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Bob Moses, sono tra i jazzisti con cui la Marcotulli ha modo di misurarsi.
Nel 1986 lascia l'Italia per la Svezia, dove resterà per diversi anni: suonando con musicisti come Palle Danielsson, Anders Jormin e Nils Petter Molvær, assimila la passione per la ricerca e la sperimentazione dell’ambiente musicale scandinavo. Eletta “Miglior nuovo talento italiano” al referendum della rivista Musica Jazz nel 1987, tra il 1988 e il ‘90 fa parte della band di Billy Cobham, poi del quartetto del sassofonista Dewey Redman, altro personaggio importante per la carriera della pianista romana.
Rientrata in patria, intraprende o consolida le sue collaborazioni con i musicisti italiani: con la cantante napoletana Maria Pia De Vito, in particolare, porterà avanti per anni un sodalizio duraturo e proficuo che lascerà traccia su dischi come “Nauplìa” e “Fore paese”. Impegnata in progetti come “Koiné” e l’omaggio al cinema di Truffaut “The Woman Next Door”, entra in contatto con artisti come la cantante norvegese Anja Garbarek, il percussionista armeno Arto Tuncboyaciyan, e soprattutto il sassofonista inglese Andy Sheppard, con cui registra nel 2006 l'album “On The Edge Of A Perfect Moment”. Dello stesso anno è anche il disco “The light side of the moon”, dove Rita Marcotulli è in compagnia solo del suo pianoforte: proprio come domani a foresta Montes per l'ultimo concerto di “Altipiani”.
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