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Sergio Ortu 20 agosto 2004
Nella notte di Ferragosto vandali scatenati a Maria Pia
Anche quest’anno perpetrato lo scempio nella pineta di Maria Pia con falò notturni in spiaggia e devastazione di ginepri
Nella notte di Ferragosto vandali scatenati a Maria Pia

Si è ripetuto anche nella nottata ferragostana targata 2004 il tradizionale rito dell’assalto alla spiaggia di Maria Pia per ammirare i fuochi pirotecnici e fare il classico bagno di mezzanotte. Un rito che fin qui non nasconde nulla di male ma purtroppo il tutto viene accompagnato da un’altra pratica che per quanto sia utile a contrastare il forte umido e frescura notturna si rivela un’autentica barbaria nei confronti della bene ambientale spiaggia. Stiamo parlando dei famigerati falò notturni che se negli anni passati, attraverso un attento controllo delle forze dell’ordine preposte, sono stati in qualche modo banditi, quest’anno nessuno ha provveduto a sanzionare gli autori dei fuochi. E’ stato così che nella lunga notte ferragostana si è potuto assistere all’accensione di innumerevoli falò che hanno come al solito devastato consistenti porzioni di sabbia finissima e bianchissima della spiaggia di Maria Pia. Ma non è bastato qui. Da dove è arrivata la materia prima di accensione dei fuochi? E’ presto detto: pini e i poveri ginepri sono stati ancora una volta devastati dagli sciacalli del ferragosto. Un disastro ambientale che a fasi alterne si ripete quasi ogni anno. Una terribile abitudine che è difficile da sradicare se non con una attenta sorveglianza e sanzionamento dei trasgressori. Insomma ancora una volta la Riviera si fa violentare e scippare delle sue perle ambientali più preziose: spiagge e boschi. Al mattino, come racconta un turista anziano che lunedì di buon mattino si è recato in spiaggia, lo spettacolo era desolante: tracce di fuochi un po’ dappertutto e cumuli di immondizia in ogni angolo. Ma davvero la Riviera del Corallo vuole questo tipo di turismo da devastazione? Occorre più amore per il proprio patrimonio naturale specie se lo si vuole far durare così come l’economia su cui si basa la nostra città. Le spiagge appunto sono uno di questi importantissimi beni naturali da tenere preservati dai ladri come gioielli personali. Che sia l’ultima volta assistere alla cottura della preziosa sabbia, ciò che si è generato in migliaia di anni e che svanisce in una serata. Da questo pessimo modo di usufruire della risorsa ambientale non è rimasta indenne neppure la fascia costiere a nord della città dove i soliti incivili campeggiatori hanno lasciato rifiuti d’ogni genere appesi agli alberi come se nelle pinete passassero i netturbini a ritirare la spazzatura. La coscienza ambientale dell’italiano medio è ancora lungi dall’essere realtà. E allora occorrono le restrizioni se si vuole salvaguardare qualcosa.



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