L.P.
22 settembre 2009
Nucleare, ricorso contro la legge
Calabria, Toscana, Emilia e Piemonte contestano la norma nel passaggio in cui il governo non è tenuto a cercare l´intesa con le Regioni per la localizzazione di centrali nucleari

CAGLIARI - No al nucleare. Quattro Regioni, proprio in questi giorni, hanno deciso di ricorrere alla Corte costituzionale per la legge nazionale sull’energia nucleare proposta dal governo.
In Sardegna il presidente Ugo Cappellacci si è sempre dichiarato contrario sia per la costruzione di una centrale che per il deposito di scorie. Ma la Sardegna non è al momento fra le Regioni dissidenti.
Si tratta, infatti, di Calabria, Emilia Romagna, Piemonte e Toscana che in maniera autonoma hanno impugnato la legge sia sul merito della linea politica Berlusconi-Scajola, sia sul metodo con il quale il governo cerca di scavalcare le possibili proteste delle Regioni. Ora si aspettano le mosse del governatore sardo, «mi farei incatenare» aveva dichiarato mesi fa Ugo Cappellacci sull’ipotesi che la Sardegna fosse scelta come posto ideale per la nascita di una centrale nucleare.
«se il presidente Cappellacci vuole essere credibile segua l’esempio delle altre giunte, che hanno dichiarato la loro contrarietà al nucleare, altrimenti, come sempre, le sue saranno parole vuote», questo il pensiero di Francesca Barracciu, candidata alla segreteria del Pd.
Anche il consigliere regionale Mario Bruno aveva già dichiarato come «l’ipotesi nucleare sarebbe il tramonto definitivo, la pietra tombale, di qualsiasi ipotesi di sviluppo».
Le associazioni ambientaliste come Greenpeace, Legambiente e Wwf si dicono, ovviamente, soddisfatte dei ricorsi presentati e si augurano che “ tale esempio venga seguito anche dalle altre Regioni”. Il confronto politico in Sardegna quindi è destinato a riaccendersi.
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