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A.B. 18 ottobre 2009
Presentato il libro Industria, ambiente, territorio
Lo studio del passato è basilare per progettare il futuro. E’ questa la filosofia con cui il “Consorzio Industriale Provinciale di Sassari” ha organizzato l'incontro
Presentato il libro Industria, ambiente, territorio

PORTO TORRES - Progettare il futuro con uno sguardo al passato, trovare la strada per uno sviluppo ecocompatibile consolidato nel tempo attraverso l’esperienza di ciò che è stato, anche nei suoi lati più negativi. E’ questa la filosofia con cui il “Consorzio Industriale Provinciale di Sassari” ha organizzato, nei rinnovati locali di Via Ponte Romano, a Porto Torres, la presentazione del libro “Industria, Ambiente, Territorio–Per una storia ambientale delle aree industriali in Italia”, curato da Salvatore Adorno e Neri Serpieri e contenente il saggio di Sandro Ruju “Il Petrolchimico negli anni della Sir, 1957-1977”, aggiornato poi ai giorni nostri: storia, dati e' soprattutto un viaggio critico negli anni della grande impresa targata Rovelli, appoggiata da giornali e enti pubblici anche a scapito dell’ambiente.

In un partecipato incontro, che ha affollato la sala conferenze dell’ex “Asi”, i rappresentanti delle istituzioni ed i curatori del volume hanno condotto un interessante discussione su come cercare la via corretta alla nuova industrializzazione del territorio, requisito ritenuto da tutti gli intervenuti passaggio fondamentale per lo sviluppo dell'economia del nordovest.

«La storia del petrolchimico è anche storia della Sardegna e della sua evoluzione sociale, la prima vera modernizzazione dell’Isola», ha detto aprendo i lavori il presidente del Consorzio Industriale di Sassari Franco Borghetto. La decisione di portare l’industria a Porto Torres, ha spiegato, «è stata positiva, importante, presa quando il turismo non era ancora in grado di risolvere i problemi dell’Isola«. E anche se «oggi non sappiamo ancora quale sarà il futuro dell'industria, in particolare di quella chimica», si aprono nuovi spiragli, soprattutto in materia di ambiente. «Siamo a un punto di svolta – ha proseguito il presidente dell’ente consortile, ricordando la protesta degli operai del petrolchimico che sono saliti sulla torre aragonese per avere certezze sul loro lavoro, e tutti noi siamo preoccupati, insieme agli enti pubblici che cercano di scongiurare pericoli più gravi». Eppure va ricordato che è stato firmato a settembre l’accordo per l’avvio delle bonifiche nell’area industriale, ed al di là dei guasti compiuti nei primi vent’anni di insediamento, «il processo di bonifica è valido di per sé, e potrà essere un aiuto per lo sviluppo del territorio. Il Consorzio – ha garantito Borghetto – farà la sua parte, insieme ai Comuni e alla Provincia, agli imprenditori, senza i quali non si può fare industria», puntando a un rinnovamento industriale sempre più rispettoso dell'ambiente e del territorio.

Sulla stessa linea del Consorzio, gli enti locali: la Provincia di Sassari ed il Comune di Porto Torres, presenti all’incontro con i massimi rappresentanti. «Se oggi dovessimo dire cos’è stata la storia degli impianti chimici bisognerebbe leggere il saggio di Sandro Ruju a rovescio, partendo dagli ultimi anni, dalla chiusura degli impianti che stiamo vivendo in questo momento - ha detto il sindaco di Porto Torres Luciano Mura - Il territorio aveva scelto l’industria, una scelta che oggi potremmo dire subìta, ma una scelta importante in un territorio in cui per venticinque anni c’è stato il far west». Con l’avvio delle bonifiche si aprono prospettive nuove, ma serve ancora tempo, ha detto ancora il primo cittadino, perché lo stallo burocratico si sblocchi e si possa pensare a un nuovo sviluppo. «L’Eni sta cercando di abbandonare la chimica a Porto Torres e sostituirla con altre imprese che impediscono lo sviluppo. Non ci può essere sviluppo armonico del territorio senza l'industria, il turismo da solo non basta a risolvere i problemi».

E’ partita dal significato della parola crisi il presidente della Provincia di Sassari Alessandra Giudici: l’ideogramma cinese che la rappresenta, ha detto, si compone con le parole “problema” ed “opportunità”: «Esattamente la situazione attuale a Porto Torres: la crisi economica che attraversa la chimica e l’opportunità offerta dalle bonifiche. E ancora – si è chiesta Giudici - la chimica in Sardegna è più un problema o un’opportunità?». Da qui gli enti locali devono partire, avendo ben presente che «la chimica è un fatto ineliminabile» che deve però essere «affrontata nella maniera giusta: chi governa il territorio non può limitarsi a tutelare i lavoratori ad ogni costo». Concludendo: «Noi vogliamo la chimica, l’industria, ma non possiamo accettare qualsiasi condizione per mantenerla nel territorio. Dobbiamo trasformare questa in una terra di opportunità».
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