Red
14 gennaio 2010
«No alla demolizione del Sant´Elia»
Lo sostengono con un´interpellanza al presidente della Regione Ugo Cappellacci venti consiglieri regionali del centrosinistra tra cui il capogruppo del Partito democra Mario Bruno

CAGLIARI - No alla demolizione dello stadio Sant'Elia: non siamo contrari alla costruzione di un nuovo stadio, ma senza la cancellazione di una struttura sportiva storica che può avere ancora utilizzi alternativi. Lo sostengono con un'interpellanza al presidente della Regione Ugo Cappellacci venti consiglieri regionali del centrosinistra tra cui il capogruppo del Partito democra Mario Bruno (primo firmatario) e il vicepresidente del Consiglio regionale Giuseppe Luigi Cucca.
Nel documento viene valutata positivamente la candidatura di Cagliari per gli Europei 2016, anche per gli indubbi benefici, non solo sportivi, per l'intera isola. Occhi puntati, però, sul destino del Sant'Elia. «Dal presidente Cappellacci vorremmo sapere se la Giunta regionale interverrà con l'amministrazione comunale del capoluogo per capire quali siano le reali intenzioni sullo stadio Sant'Elia – spiega Mario Bruno – Perché, va ricordato, l'area dove sorge lo stadio fu venduta a prezzo simbolico dalla Regione al Comune di Cagliari, a condizione che vi si realizzassero il nuovo stadio comunale e i servizi collegati con destinazione d'uso pubblico, pena la sua restituzione».
Per questa ragione, «indipendentemente dalle autonome scelte sulla realizzazione del nuovo stadio calcistico di Cagliari, la Regione dovrebbe far valere senza indugio le clausole condizionali relative all'utilizzo dell'area in cui sorge lo stadio Sant'Elia».
Inoltre, sottolinea il capogruppo Pd, «non va dimenticato che il Sant'Elia fu concepito con l'intenzione di realizzare lo “stadio olimpico della Sardegna” ed ha incarnato negli anni lo spirito della cultura sportiva dell'Isola intera». Perciò, «prima di assistere a una demolizione che sarebbe tra l'altro onerosa e complicata anche per via dello smaltimento degli inerti, andrebbe considerato che in Sardegna non esistono altri spazi pubblici in Sardegna con caratteristiche tali da poter ospitare grandi eventi pubblici, non solo sportivi, anche di carattere internazionale».
La Regione, dunque, dovrebbe valutare anche se «intraprendere ogni iniziativa utile ad evitare l'ingiustificata demolizione dello stadio» e «studiare ipotesi di eventuale utilizzo alternativo dell'impianto, eventualmente finanziando in parte le opere di ristrutturazione dell'opera in modo che Cagliari e la Sardegna possano contare su “un luogo arena” di respiro regionale, dotato di impianti sportivi accessori, spazi attrezzati per concerti, servizi per il pubblico nell'ambito di grandi eventi sociali, culturali e sportivi».
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