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red
13 novembre 2004
Gli ambientalisti chiedono di interrompere le estrazioni nel Monte Doglia
L’attività estrattiva sta modificando la morfologia, la valenza paesaggistica e potenzialmente potrebbe arrecare alterazioni al patrimonio speleologico e geologico della montagna più alta del distretto di Alghero

Le associazioni ambientaliste Codacons, Italia Nostra e WWF, in una nota stampa, segnalano alle SS.LL. gli evidenti danni all’integrità del paesaggio collinare del territorio di Alghero, alle pendici di Monte Doglia, apportati dalla presenza di un´attività industriale di cava che si svolge da oltre 30 anni.
«L´attività estrattiva usufruisce di una regolare concessione regionale decennale –sostengono i rappresentanti delle associazioni ambientaliste- rinnovata il 18 giugno del 1998 (valida sino 2008) e del relativo nulla osta del Comune di Alghero».
Ciò che chiedono, però, Giovanni Sedda, Roberto Salmon e Carmelo Spada alle SS.LL e in particolare all’Assessore all’Industria della RAS e al Sindaco di Alghero è «di sospendere la validità della concessione in quanto l´attività estrattiva che si protrae da oltre 30 anni, e attualmente si estende per un’area di 20 ettari, ha modificato la morfologia, la valenza paesaggistica e potenzialmente potrebbe arrecare alterazioni al patrimonio speleologico e geologico della montagna più alta del distretto di Alghero che rientra nel perimetro del parco naturale regionale di Porto Conte e della Nurra settentrionale».
Inoltre le associazioni ambientaliste chiedono all’Assessore all’Industria della R.A.S. «la verifica e la revoca della concessione come stabilito dall´art. 29 della legge regionale del 7 Giugno 1998 n. 30 che disciplina le attività di cava e le relative sospensioni e la conseguente opera di ripristino ambientale».
Infine auspicano «l´assegnazione alla società concessionaria dell’attività estrattiva di un sito più idoneo, ovvero in considerazione anche dell’adozione dell’Agenda 21 locale sullo sviluppo sostenibile da parte del comune di Alghero, l’individuazione di un’area nella quale risulti minimo l’impatto sul paesaggio, posta al di fuori del perimetro del parco regionale di Porto Conte».
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