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Red 20 marzo 2010
Migaleddu e Campus sull´Energia
In Sardegna, paghiamo 1 MWh il doppio rispetto alle altre regioni, per avere più inquinamento e meno salute. Una tassa per poterci ammalare. Incontro col dottore e lo scrittore
Migaleddu e Campus sull´Energia

ALGHERO - Giovedì scorso l’Associazione Sardegna Democratica ha organizzato un incontro-dibattito che ha analizzato i rischi per la salute derivanti dall’inquinamento ambientale a seguito dell’utilizzo delle diverse fonti combustibili. Il Dott. Migaleddu ha parlato della produzione di energia da parte di grandi poli con un modello energetico “dall’alto in basso”. A questo ha contrapposto un modello democratico di produzione energetica, quello proposto da J. Rifkin, “dal basso verso l’alto”, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile, scambiandola con altri, attraverso le reti intelligenti.

In Sardegna viene prodotta una quantità di energia superiore al fabbisogno, utilizzata per il 60% da un sistema industriale inefficiente in quanto ad alto consumo energetico e a basso contenuto lavorativo e professionale. I combustibili principalmente utilizzati sono quelli fossili, gasolio, carbone, ad alta emissione di CO2, che è responsabile della elevata incidenza di patologie tumorali nella nostra isola, tanto da renderla l’ultima regione d’Italia per qualità della salute.

A questi combustibili dobbiamo aggiungere i residui di raffineria che vengono considerati energia assimilata a quella rinnovabile e, come questa, ricevono ingenti finanziamenti pubblici, il CIP6. Insomma in Sardegna, paghiamo 1 MWh il doppio rispetto alle altre regioni, per avere più inquinamento e meno salute. Una tassa per poterci ammalare.

Lo scrittore Eugenio Campus, autore del libro “Il pettine senza denti”, ha utilizzato il romanzo come mezzo di denuncia su quanto succede nel poligono interforze del Salto di Quirra, il più grande poligono d’Europa, utilizzato per esercitazioni militari e per scopi civili, cioè per testare nuove armi, con guadagni formidabili per il Ministero della Difesa. In Sardegna abbiamo il 60% delle servitù militari della nazione, fardello che viene solo in parte condiviso con le restanti regioni nonostante un’intesa Stato-Regioni del 1986 prevedesse un riequilibrio nella distribuzione delle aree di servitù.

L’intervento è stato supportato dai dati degli studi condotti dalla Dott.ssa Gatti, che ha identificato in quei luoghi la presenza di nanoparticelle, inferiori ai 100 nm, prodotte dalla combustione ad altissime temperature, capaci di penetrare nell’organismo umano per inalazione o ingestione, e verosimilmente responsabili dell’aumentata incidenza di tumori del sistema emolinfatico fra la popolazione militare e quella civile che vive attorno al poligono Possiamo dire, in conclusione,che alla luce di tutto questo la Sardegna non è l’isola felice che tutti noi immaginiamo.



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