Red
24 marzo 2010
Pinacoteca, pezzi unici dal Tibet
La mostra “Tibet: mistero e luce” la cultura dell’altipiano, che si inaugura il 26 marzo alle 17,30 per protrarsi fino al 14 maggio, offrirà al pubblico la possibilità di accostarsi al fascino di un mondo lontano

SASSARI - La mostra “Tibet: mistero e luce” la cultura dell’altipiano, che si inaugura il 26 marzo alle 17,30 per protrarsi fino al 14 maggio, offrirà al pubblico la possibilità di accostarsi al fascino di un mondo lontano. Il Tibet rappresenta il centro tradizionale del buddhismo tibetano, una forma distintiva del buddismo Vajrayana. Il buddismo tibetano è praticato anche in Mongolia e largamente praticato dai buryat nella Siberia meridionale, nel Buthan e nel Ladak. Presso le popolazioni tibetane, specie nelle regioni nord-orientali, è ancora largamente praticato lo sciamanesimo pagano pre-buddhista, conosciuto come religione Bön.
I pezzi esposti fanno parte della Collezione privata più vasta e più importante d’Europa, i cinquecento antichi oggetti tibetani appartengono al Prof. Enrico Dellacà raccontano il mistero e la luce del Tibet. Tra i preziosi oggetti spiccano il Buddha importato mille anni fa da Atisha, il maestro indiano che introdusse il buddismo in Tibet. Si tratta di una statua in legno di teck di notevole finezza stilistica. Accanto alle statue, i tamburi sciamanici pre-buddhisti di area himalayana. Affascinanti i purbha, elaborati coltelli in oro e argento impreziositi da topazi, coralli e turchesi, usati tradizionalmente contro le forze del male. Quanto ai drigu, anche il loro carico simbolico è potente; sono taglieri che servono a spezzare l’attaccamento e l’ignoranza che ci portano a non capire la realtà dei fenomeni, a diventare preda di preconcetti, pregiudizi e condizionamenti.
A curare la mostra è il Prof. Enrico Dellacà, autore di “Mente, luce, vuoto, realtà, sogno”, il catalogo che potrà essere acquisito dai visitatori in cambio di un’offerta nominale destinata a 400 bambini tibetani esuli, che attualmente si trovano nel Monastero di Ganden, in India. L’inaugurazione della mostra avrà luogo alla presenza del Soprintendente Gabriele Tola, dell’Arcivescovo Mons. Paolo Atzei che insieme al Sindaco Gianfranco Ganau accoglierà i Lama invitati per la cerimonia. Sabato 27 marzo e domenica 28 marzo la mostra resterà aperta al pubblico, rispettando i seguenti orari: mattina ore 10 - 13 / pomeriggio ore 16 - 19.
La mostra “Tibet mistero e luce”, resa possibile grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna e del Comune di Sassari, si propone di offrire al pubblico non solo un percorso artistico di sicuro interesse e carico di fascino, ma anche un evento irripetibile, un momento unico di incontro tra culture filosofiche diverse: quella orientale, lontana, misteriosa, legata al concetto di perenne trasformazione e la cultura occidentale, tanto connessa al bisogno di certezze. La mostra si protrarrà fino al 14 maggio, rispettando i seguenti orari di apertura al pubblico: lunedì - venerdì, ore 9 - 13 / martedì pomeriggio ore 15 - 17.
|