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S.A. 26 maggio 2010
Confindustria: le 6 priorità in bilico
A distanza di un mese, l’ultima lettera aperta era datata il 23 aprile, il Consiglio Direttivo di Confindustria si è riunito per valutare, dopo trenta giorni, i risultati sugli interventi urgenti portati all’attenzione dei rappresentanti politici del Nord Sardegna. Delusione per il silenzio calato sulla trattativa della chimica
Confindustria: le 6 priorità in bilico

ALGHERO – A distanza di un mese, l’ultima lettera aperta era datata il 23 aprile, il Consiglio Direttivo di Confindustria si è riunito per valutare, dopo trenta giorni, i risultati sugli interventi urgenti portati all’attenzione dei rappresentanti politici del Nord Sardegna, evidenziandone le priorità da affrontare dopo questo periodo.
Prima fra tutte, la filiera Cloro Soda, «sulla quale - dice il presidente Stefano Lubrano - è calato un “assordante silenzio”, che sta mettendo a gravissimo rischio la sopravvivenza dello stabilimento di Porto Torres e dell’intera filiera. Per questo, occorre attivare immediatamente le più opportune azioni diplomatiche, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri nei confronti dell’Emirato del Qatar, per recuperare la disponibilità della Ramco alla ripresa ed alla conclusione della trattativa».

Buone notizie per la centrale di Fiume Santo dove il Ministero dell’Ambiente (dopo tre giorni dalla pubblicazione della lettera aperta) ha finalmente rilasciato l’autorizzazione finale, bloccata da oltre un anno e mezzo. Sono già state avviante le conferenze dei servizi tra tutti gli Enti preposti e i cantieri potrebbero essere aperti, nella migliore delle ipotesi, per la fine dell’anno. «L’attenzione dovrà essere rivolta – fanno sapere gli industriali – a far garantire il rispetto dei tempi e prestare la massima attenzione, nella successiva fase degli appalti, alle imprese ed ai lavoratori locali, in possesso di tutti i requisiti occorrenti ed in grado di gestire gli appalti in forma diretta».

Riguardo il nodo cruciale della viabilità del nord Sardegna, la quattro corsie Sassari-Olbia, con la attribuzione al Presidente della Regione Sardegna dell’incarico di Commissario Delegato per la realizzazione dell’opera, si attende il trasferimento di tutti gli atti da parte della Protezione Civile-Struttura di missione. Definire entro il mese di giugno tutti gli assetti procedurali – dice il rappresentante della categoria - è essenziale così come qualificare le aziende e i consorzi di impresa locali e pubblicare il piano temporale della realizzazione dei vari lotti, garantendo l’avvio dei cantieri entro l’anno.

Discorso analogo per la pista dell' Aeroporto Costa Smeralda, per cui si auspica l’avvio dei lavori dopo la stagione estiva e per il metanodotto Galsi «per cui Giunta regionale e Sfirs devono garantire il massimo coinvolgimento delle imprese e dei consorzi locali accreditati». Nessuna novità è stata registrata ad oggi - dice Lubrano – per le bonifiche di Porto Torres e resta senza risposta l’invito unanime rivolto al Ministero per l’Ambiente per il trasferimento delle competenze al Presidente della Giunta regionale. Serve esercitare – continua - la massima pressione nei confronti di Governo e Ministero Ambiente, per ottenere la nomina a Commissario straordinario di Cappellacci, con procedure e poteri simili a quelli conferiti per la gestione degli appalti della Sassari-Olbia.

Un bicchiere mezzo pieno mezzo vuoto, a seconda che si voglia essere più o meno ottimisti (o pessimisti). Confindustria nord Sardegna, infatti, plaude «le iniziative che hanno portato ad alcuni risultati positivi ma che tuttavia necessitano ancora di molteplici passaggi tecnici, burocratici e finanziari prima di poter procedere all’effettiva realizzazione delle singole opere». Nel contempo, «non può che esprimere la più viva preoccupazione per i pesanti silenzi che gravano sulle bonifiche di Porto Torres e soprattutto sulla vicenda Eni-Vinyls-Ramco, che rischia ormai seriamente di fallire», L’impegno dei rappresentanti politici nel Nord Sardegna, dunque, non è ancora esaurito: in ballo ci sono investimenti per 2.740 milioni di euro e lavoro per oltre 1.000 aziende, con 9.700 nuovi occupati. Ossigeno per una terra a cui manca l'occupazione come ad un essere vivente la posibilità di respirare, e vivere appunto.



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