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S.A. 21 giugno 2010
«San Silverio, la nostra tradizione»
La comunità stintinese ha festeggiato ieri il Santo Papa riscoprendo dallo scorso anno una tradizione che il comune non celebrava più. Annalisa Scano sarà la nuova custode della bandiera
«San Silverio, la nostra tradizione»

STINTINO - La bandiera di San Silverio ritorna nelle mani di una priora, Annalisa Scano che la custodirà per un anno, così come ha fatto sino a ieri Nicola Balzano sicuro discendente di Isidoro che portò a Stintino la statua del santo papa ponzese.

L’intera comunità stintinese ieri (domenica 20) ha festeggiato la ricorrenza del Santo Papa morto 15 secoli fa. Una festa che è stata riscoperta lo scorso anno e che da 30 anni non veniva più inserita nelle celebrazioni del paese. Per trent’anni la bandiera del priore è stata custodita da Lucia Pagano, zia Lucia per gli stintinesi, anche lei discendente dei Pagano che da Ponza arrivarono a Stintino per fare su quel lembo di terra la loro casa. Lucia Pagano ha conservato la bandiera come fosse un oggetto prezioso di famiglia e ancora oggi per lei, che quella bandiera l’ha ceduta nel 2009 a Nicola Balzano, partecipare alla messa quindi alla processione e allo scambio della bandiera è una forte emozione.

Una forte emozione è stata anche per Nicola Balzano che la festa la ricordava quando aveva appena 5 anni. Poi più niente sino allo scorso anno quando tocco proprio a lui riceve la bandiera, per la prima volta dopo 30 anni. Il bisnonno di Nicola, Isidoro, pescatore di Ponza, dopo aver acquistato un lotto di terreno dalla Comunità dei 45 nei primi anni di fondazione di Stintino si stabilì nel paese. E fu sempre lui, tramite un ponzese commerciante di aragoste, a far arrivare la statua del papa in paese.

A raccontare la storia del papa di Ponza è stato il parroco don Salvatore Fois, che ha ricordato come, una volta eletto papa nel 536, Silverio dovette far fornte ai contrasti generati dalla moglie dell’imperatore Giustiniano, Teodora, che lo fece imprigionare e mandare in esilio sull’isola di Palmarola. Morì in esilio il 20 giugno del 538. Da quel giorno la Chiesa lo venera come santo. Quest’anno in processione è stata portata la nuova statua in resina acquistata di recente, che all’inizio della funzione religiosa è stata benedetta dal parroco. Quella originale, dei primi dell’Ottocento, infatti necessita di un accurato restauro perciò si è preferito lasciarla nella sua nicchia nella chiesa parrocchiale.

Il sindaco Antonio Diana, a conclusione della cerimonia religiosa e dopo lo scambio della bandiera, ha ricordato il legame tra gli stintinesi e questa festa. «Fa parte delle nostre tradizioni – ha detto – che sono l’aggregante, il cemento che salva l’identità della nostra comunità. Credo sia importante ringraziare tutti quelli che hanno sostenuto l’iniziativa di riavviare la festa e in particolare Lucia Pagano che ha custodito gelosamente per trent’anni la bandiera». Dopo la messa il priore uscente, per salutare i cittadini, ha organizzato un rinfresco nella sede della Confraternita delle Beata Vergine della Difesa.

Nella foto: Un momento dello scambio della bandiera



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