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Adnkronos 28 giugno 2010
Istat, cresce la pressione fiscale in Italia
L´Italia è quinta in Europa per la pressione fiscale. Entrate totali diminuite, aumentata la spesa pubblica per la sanità, le pensioni e le indennità di disoccupazione
Istat, cresce la pressione fiscale in Italia

ROMA - Sale dal 42,9 al 43,2% la pressione fiscale in Italia nel 2009. E' Istat nel Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche, nella versione provvisoria relativa all’anno 2009, a fotografare cosi' uno degli effetti della della crisi sulla finanza pubblica. Con questo risultato, l'Italia sale al quinto posto, insieme alla Francia, in Europa per pressione fiscale. Nel 2008 era al settimo posto.

Per quel che riguarda le entrate totali l'Istat registra come siano diminuite dell’1,9 per cento, interrompendo cosi' la tendenza alla crescita degli ultimi anni. Non si arresta inoltre la spesa pubblica complessiva, calcolata al netto della produzione dei servizi vendibili e al lordo degli ammortamenti, ha registrato nel 2009 una crescita del 3,1 per cento pari al 52,5% del Pil (dal 49,4% del 2008).

Nell’ambito delle spese correnti, i redditi da lavoro dipendente, che incidono per circa un quinto sul totale delle uscite, sono saliti, in Italia, dell’1 per cento, con un ritmo molto inferiore rispetto al 2008 quando registro' un +3,6 per cento. A contribuire alla crescita le prestazioni sociali in natura, che includono prevalentemente le spese per assistenza sanitaria in convenzione, aumentate del 4 per cento contro una variazione del 2,2 per cento rilevata nel 2008.

Ma il contributo più importante e' arrivato dalle prestazioni sociali in denaro, pensioni e sussidi: nel 2009 queste hanno segnato un’incidenza di oltre il 36 per cento sulle uscite e una crescita rispetto al 2008 del 5,1 per cento, dovuta all’effetto della crisi sugli ammortizzatori sociali. Tra questi, si segnalano l’indennità di disoccupazione, cresciuta di circa 2 miliardi di euro, le misure di integrazione salariale (cig) aumentate di oltre 1,5 miliardi di euro e gli interventi a favore delle fasce più deboli della popolazione, quale il bonus straordinario per le famiglie a basso reddito, pari a circa 1,5 miliardi di euro.



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