In poche ore raccolte già numerose firme a sostegno della immediata riapertura del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell´ospedale Civile di Alghero. Neonati sfrattati con mamme e familiari
ALGHERO - Lo strazio continua, e con esso la protesta. I neonati di Alghero vedranno impresso sul proprio documento d'identità "Sassari". Sfrattati dalla propria città a causa di un inadeguato servizio sanitario non in grado di garantire il minimo livello di sicurezza nella nascita. E con loro le mamme e le famiglie, costrette a peregrinare un letto dove mettere al mondo il loro figlio. Tutto questo accade nel 2010 nella Riviera del Corallo, nonostante le tante professionalità che il reparto del nosocomio algherese può vantare.
All'ospedale Civile continua intanto il presidio di mamme, partorienti e semplici cittadini stufi di veder demolita la sanità cittadina, nel silenzio più assordante della Regione e dell'assessorato alla Sanità, già colpevole di immani ritardi nella ristrutturazione del vecchio ospedale e nella predisposizione di un adeguato piano di risanamento della sanità di Alghero, sempre più ai margini dell'interesse politico. Più di 500 le firme raccolte in meno di 24 ore dal Comitato a sostegno della riapertura del reparto di Ostetricia.
Era il
15 giugno quando il responsabile sanitario, il professor Giovanni Urru, in condivisione col responsabile del Nido, il professor Chiarolini, si è visto costretto a disporre la chiusura temporanea del reparto a causa dell'impossibilità quotidiana allo svolgimento delle pratiche di base. Con un reparto operatorio chiuso da 10 mesi e senza nemmeno una sala parto, il primario decide così di dare un segnale forte, chiedendo aiuto all'Asl affinché si faccia avanti, prenda posizioni nei confronti dell'assessorato regionale e risolva gli evidenti disservizi.
Da allora si è intensificato il via vai di tecnici nelle sale del reparto, ma la situazione rimane inadeguata. Il
17 giugno dalla direzione dell'Azienda Sanitaria Sassarese precisano che il prossimo passo sarà quello di dotare i locali, così ristrutturati, dei necessari arredi e attrezzature che, pur nelle difficoltà economiche contingenti, si provvederà ad acquistare con procedura d’urgenza. Procedura che ad oggi non ha portato nessuna risoluzione alle gravi carenze denunciate.
Nella foto: il presidio volontario davanti all'ospedale civile di Alghero, con numerose mamme che chiedono di poter partorire nella propria città