Previsto l'incalcolabile danno ambientale al rio Filibertu, al rio Barca e allo stagno del Calik
ALGHERO - Nemo propheta in patria. Rimasero inascoltati e soprattutto non furono rivotati dai cittadini algheresi. Sono gli ex consiglieri comunali Carlo Sechi e Pino Tilloca che nel lontano
novembre 2003 misero in guardia l'amministrazione Tedde sull'inadeguatezza del nuovo impianto di depurazione che stava andando a realizzare. Nel documento, mai attuale come in questi giorni, si domandava al sindaco se così facendo, non si corresse il rischio di causare un incalcolabile danno ambientale al rio Filibertu, al rio Barca e allo stagno del Calik.
Poi ancora nel
febbraio 2009 (nel momento stesso in cui il depuratore entrava in funzione) il Quotidiano di Alghero rimarcava i potenziali pericoli di un ciclo di trattamento dei reflui che non considerava le ripercussioni negative sulla laguna del Calik. In mezzo tante voci di autorevoli studiosi tra i più qualificati a livello nazionale sulla gestione delle zone umide fluviali e costiere, che già ipotizzavano una gestione approssimativa delle risorse.
Problema affrontato in maniera dettagliata anche nelle sedi del Parco regionale di Porto Conte nel
marzo 2008: al tempo però i politici si fecero trovare colpevolmente assenti, segno stesso di un disinteresse conclamato e di una politica, probabilmente, attenta sempre più agli interessi di pochi. Nel frattempo dall'impianto di San Marco, ogni secondo di ogni giornata, per 365 giorni l'anno, continuava ad uscire un fiume carico di fosfati e nitrati (
nel video). Direzione laguna del Calik, già classificato area sensibile. /
CARLO SECHI /
FRANCESCO SASSO /
ENRICO DAGA /
GAVINO TANCHIS /
MATTEO TEDDE