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S.A. 14 agosto 2010
Reflui nel Calik: informati Carabinieri e Procura
Continua ininterrotto lo scarico del depuratore nel Rio Filibertu e nel Calik. Esposto ai Carabinieri del Noe, alla Procura della Repubblica e la Procura Regionale della Corte dei Conti
Reflui nel Calik: informati Carabinieri e Procura

ALGHERO – Il nuovo impianto di depurazione della città di Alghero dal giorno dell'entrata in funzione (febbraio 2009) continua a riversare ininterrottamente reflui in grande quantità sul Rio Filibertu e sul Calik, e così dopo la denuncia del rappresentante della Fiba Confesercenti arriva un nuovo esposto firmato dal Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, due associazioni attive da anni in tutta l’isola per la salvaguardia ambientale e paesaggistica.

Inoltrata (il 13 agosto 2010) una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi riguardo i forti fenomeni di eutrofizzazione subìti dallo Stagno del Calik al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, ai Carabinieri del Noe e all’Ufficio Circondariale Marittimo, oltreché alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari e la Procura Regionale della Corte dei Conti, per gli aspetti di rispettiva competenza.

Interessate anche le amministrazioni pubbliche competenti - fra cui l’Arpas, il Ministero dell’ambiente, la Provincia di Sassari (Assessorato tutela ambiente), il Comune di Alghero, l’Azienda Speciale Parco Naturale Regionale “Porto Conte” e il gestore Abbanoa s.p.a. «Il depuratore in loc. San Marco - ricordano le associazioni - è entrato in funzione nel 2009 e avrebbe una potenzialità di depurazione pari a 77.500 abitanti, pari a 6.500.000 metri cubi annui di reflui depurati».

«Tale ingente quantitativo idrico sembrerebbe quasi interamente destinato al recapito nello Stagno del Calik alterandone così le caratteristiche naturali, in quanto l’utilizzo per l’irrigazione sarebbe limitato a brevi periodo durante l’anno (fine primavera – estate) in base alle coltivazioni presenti nella Nurra e non sussisterebbero invasi di accumulo idonei». «Non si è a conoscenza - puntualizzano - dell’avvenuta sottoposizione dell’impianto di depurazione in argomento ad alcun procedimento di valutazione degli impatti ambientali (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), nonostante parecchi dubbi e perplessità sulla effettiva bontà progettuale.

Già il monitoraggio ambientale condotto dall’Arpas – Dipartimento provinciale di Sassari (“Indagini sullo stato trofico dello Stagno del Calich”, agosto 2009) ha evidenziato “un processo di eutrofizzazione che se non arginato potrebbe determinare un pericolo per la salute del corpo idrico”. Inoltre non possono certo essere esclusi fattori inquinanti provenienti dalle attività agricole della zona». Tutto questo mettendo in serio pericolo lo Stagno del Calik, permanentemente collegato al mare che appartiene al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.), rientra nel parco naturale regionale “Porto Conte” (leggi regionali n. 31/1989 e n. 4/1999) ed è tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

«Nonostante assicurazioni in senso differente provenienti da amministrazioni pubbliche attivatesi successivamente ai fenomeni di inquinamento - concludono le associazioni nell'esposto alla Procura della Repubblica, riferendosi alle false dichiarazioni circa il totale conferimento delle acque depurate nelle condutture del Consorzio di Bonifica della Nurra - i reflui depurati provenienti dal depuratore continuerebbero ad esser recapitati nello Stagno del Calik».

Nella foto: i reflui del nuovo depuratore che scarica ancora nello stagno del Calik



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