Summit a San Marco per le due commissioni consiliari, ai Lavori Pubblici e all'Ambiente, per discutere con i tecnici e l'assessore Adamo del funzionamento del depuratore
ALGHERO - Summit a San Marco questa mattina (lunedì) per le due commissioni consiliari, ai Lavori Pubblici (presieduta da Antonio Balzani) e all'Ambiente (da Giancarlo Spirito), alla presenza dell'assessore di riferimento Antonio Adamo e della dirigente Ingrid Crabuzza. Obiettivo dell'incontro discutere dei dubbi, le polemiche e i risultati attinenti al funzionamento del depuratore dall'inaugurazione nel febbraio del 2009. Da marzo, chiarisce l'esponente della Giunta, sotto la gestione di Abbanoa (gestore unico del servizio idrico integrato dell'autorità d'ambito della Sardegna ndr). Qualche perplessità, infatti, è nata in alcuni consiglieri, Scala e Di Nolfo, in primis, sulla effettiva responsabilità del gestore unico sull'impianto di San Marco (situazione questa, che merita un approfondimento).
Adamo e tecnici hanno tenuto a precisare, più di ogni altro aspetto, che il fenomeno delle acque giallastre presenti nel mare della Riviera del Corallo nelle ultime due estati non dipenda dallo scarico delle acque reflue dal depuratore al Calich. «Si tratta di un problema di eutrofizzazione presente in particolare nello sbocco dello stagno verso il rio Calvia che produce clorella e che a seconda delle altezze delle maree sfocia nel mare - ha spiegato Adamo. Riguardo alla salute poi del Calich - ha aggiunto - una Commissione è già al lavoro per superare le criticità e problematiche».
Una tesi - quella dell'assessore (confermata da chi ha lavorato alla realizzazione dell'impianto) - non in linea con i pareri e gli studi di altri esperti, come evidenziato in un convegno organizzato dal Parco di Porto Conte nel marzo 2008 e sostenuto anche da uno studio dell'Università di Sassari di qualche anno fa. In entrambi i casi, docenti universitari, architetti di ecologia del paesaggio e biologi, avevano chiarito come nel sistema lagunare fosse necessario per la sopravvivenza dell'ecosistema, la riduzione e distribuzione del carico di nutrienti (fosfati e nitrati) che arrivano dagli affluenti. E’ in questa ottica che dagli esperti era arrivata la richiesta di impedire che le acque reflue del depuratore della città potessero finire direttamente nella laguna.
Il problema (a scanso di ogni dubbio) potrebbe risolversi con la destinazione dei reflui (sempre di acqua depurata e a norma trattasi - chiarisce l'assessore) al Consorzio di Bonifica della Nurra come dal dicembre del 2008 ne stabilisce l'obbligatorietà una direttiva regionale. Secondo i parametri stabiliti dallo stesso Consorzio, le acque di San Marco non sarebbero risultate negli ultimi anni "accettabili" ma, dopo due deroghe andate a vuoto, quest'estate la terza è andata a buon fine. Così dallo scorso mese, più della metà del carico confluisce nei campi; non tutta però come era stato annunciato. I dati certificati di ieri, domenica 12 settembre, ha stabilito che da una quantità complessiva di reflui lavorati dall'impianto, circa 24.400 metri cubi, 16.300 sono sfociati nel riuso agricolo e 8000 allo stagno.
L'altra novità è che entro 60 giorni la portata del macchinario verrà aumentata e potrà arrivare, laddove fosse necessario (a seconda delle esigenze del flusso cittadino) fino a 30mila metri cubi al giorno. L'auspicio è che il Consorzio tenda sempre ad accettare i reflui del depuratore, nonostante la normativa da Cagliari stabilisce che deve pagare un prezzo a quantità e caricarsi anche il costo del sollevamento. E se la spesa dovesse risultare maggiore rispetto ad altre acque disponibili (ad esempio dal Cuga), la partita di scambio diventerebbe più complicata. Il Calich, invece, è sempre gratis. /
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Nella foto: Alcuni consiglieri comunali durante il sopralluogo al depuratore