Red
15 settembre 2010
Isola in emergenza: un vero piano di sviluppo
Lo chiede la segreteria territoriale dell´Ugl che sottolinea come da più parti si è costretti ad assistere a scioperi eclatanti. Appello al governo regionale e nazionale

SASSARI - «Mentre il mondo prosegue la sua corsa verso il biologico, il ritorno alla terra e la sostenibilità ambientale, la nostra isola sceglie di non investire nei suoi prodotti e nelle sue tradizioni. Ancora una volta è stato sconcertante l’immobilismo della dirigenza sarda nei confronti di quella che è divenuta quasi una piaga sociale».
«Da più parti si è costretti ad assistere a scioperi eclatanti, manifestazioni non proprie del nostro carattere sardo, per poter attirare l’attenzione del governo regionale. I cassaintegrati oggi festeggiano a malincuore i loro 200 giorni sull’Isola dell’Asinara, mentre i pastori invadono il capoluogo per chiedere attenzione».
Così l'Ugl, che chiede al governo regionale un vero piano di sviluppo: Questa è la Sardegna, un’isola in emergenza da mesi, dove per poter avere udienza è necessario portare gli asinelli nel palazzo e parlare al megafono. Dove ancora, dopo più di un anno di legislatura, si lavora sull’emergenza perché non si ha un progetto a lungo termine dell’isola.
La Ugl sostiene appieno i lavoratori che da più parti chiedono un programma di sviluppo condiviso, ma soprattutto spingono affinché il Governo regionale reclami ciò che gli è dovuto al governo nazionale, il cosiddetto governo amico. «La Regione deve dare maggior impulso alle proprie richieste verso Roma - conclude Piergiorgio Piu, segretario territoriale Ugl - celerità, maggior presenza e meno burocrazia negli interventi da attuare nel mondo del lavoro, nello sviluppo economico e soprattutto nel sociale».
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