Red
8 novembre 2010
La rivolta degli Acquacoltori: «dimenticati»
Dura presa di posizione del presidente dell´Associazione Acquacoltori sardi, l´algherese Mauro Manca, che critica pesantemente le scelte regionali in materia di pesca

ALGHERO - «Con il passaggio delle competenze sulla pesca e l’acquacoltura dagli Assessorati della Difesa dell’Ambiente all’Assessorato dell’Agricoltura si è deciso, di fatto, di declassare il comparto delle produzioni ittiche a settore residuale e periferico nell’ambito delle politiche regionali. La mancanza di una Direzione Generale della Pesca e dell’Acquacoltura ha portato il comparto ad essere annientato sotto la gran mole di problemi e di complesse vertenze del settore Agricolo tradizionale». Così il presidente dell'Associazione Acquacoltori sardi, l'algherese Mauro Manca, che critica pesantemente le scelte regionali in materia di pesca.
«Basta vedere la localizzazione degli Uffici del Servizio Pesca e Acquacoltura - sottolinea - allocati in poco più di uno sgabuzzino, e la dotazione organica dello stesso, assolutamente inadeguata alle esigenze del comparto, per rendersi conto che questo settore non solo non è fra le priorità dell’agenda politica, ma appare assolutamente schiacciato sotto i colpi delle emergenze che hanno attraversato i settori dell’Industria, dell’Agricoltura e dell’economia generale in senso più ampio».
«Crediamo sia pericoloso continuare in questo modo e chiediamo a gran voce al mondo politico regionale, senza distinzioni di schieramento o di ruolo istituzionale, di adoperarsi per risolvere al più presto un problema che non si sostanzia di richieste di interventi finanziari importanti, che pure sarebbero necessari, ma che si deve articolare in alcune leggi di riforma dell’organizzazione interna degli Uffici Regionali ed in un intervento di riforma normativa, riguardo le leggi che regolamentano il settore, nell’ambito della quale riteniamo indispensabile distinguere i comparti dell’Acquacoltura e della mitilicoltura da un lato e quello della pesca e dello sfruttamento delle lagune a fini di pesca dall’altro».
«Fino a che non si interverrà in modo deciso in questa direzione - sottolinea il presidente dell'associazione sarda - si condannerà una importante fetta dell’economia della Sardegna, legata inscindibilmente con lo sviluppo delle aree costiere e dell’intero territorio, ad un declino irreversibile che comporterà una grave perdita di posti di lavoro non più rimpiazzabili». Mauro Manca fa appello all’intera classe dirigente, ed in particolare a coloro che hanno ruoli strategici, affinchè si trovino le necessarie intese, «compito che la politica dovrebbe sentire particolarmente vicino in questo momento di difficoltà del nostro tessuto economico - precisa - affinchè da subito si avvii questo percorso di riforme, peraltro abbastanza semplice, nell’ambito del quale la nostra Associazione e gli altri interlocutori che rappresentano le varie categorie produttive del comparto, sapranno dare il loro fattivo contributo».
«La nostra Associazione - conclude il presidente Mauro Manca - chiederà da subito un incontro con i Capigruppo in Consiglio Regionale e con il Presidente della Commissione Agricoltura, oltre che con gli Assessori competenti, al fine di favorire l’apertura di un tavolo di lavoro e di confronto in grado di portare, nel breve periodo, ad una soluzione che restituisca dignità ad un settore che ad oggi, forse perché non ha causato ancora problemi di ordine pubblico o manifestazioni di piazza, è scivolato agli ultimi posti dell’agenda politica regionale».
Nella foto: Mauro Manca
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