Guido Melis
17 maggio 2011
L'opinione di Guido Melis
Forza paris, in Italia e Sardegna
Allora, ragazzi, gliele abbiamo suonate. A Milano, la roccaforte del berlusconismo, la futura capitale della Padania. A Torino, dove non c'è stata gara. A Bologna, dove continuiamo a vincere noi. E in centinaia di città e centri che fanno l'ossatura dell'Italia civile, al nord, al centro, al sud isole comprese (come sio diceva un tempo nelle previsioni meteo). In Sardegna non solo il referendum sul nucleare è stato un trionfo (e voglio vederli adesso parlare di scorie e centrali qui da noi), ma abbiamo praticamente vinto a Olbia, ripreso centri importanti come Villacidro, confermati città simbolo come Carbonia, e a Cagliari siamo in testa noi. Decine di paesi sono nostri. Citerò solo (perché li conosco meglio) Bonorva, Olmedo, Benetutti, Codrongianos...Un vento del Nord (ha ragione Bersani), toglie la delega alla Lega e la dà al centrosinistra. La Lega perde voti e comuni importanti, retrocede.
Isterismi e sgomento nel campo avversario: quanto credete che ci metterà Bossi a capire che non può annegare con il suo alleato? E' la vecchia storia del morto che avvinghia il vivo e se lo porta con sé negli abissi marini: la Lega è troppo furba e cinica per non trarne le conseguenze. Presto ne vedremo delle belle anche sulla coalizione di governo. E chissà.... Ma ci sono altre due cose da dire, a caldo e pure aspettando i ballottaggi, che sono naturalmente tutti da giocare (guai a darli per vinti e abbassare la guardia). Si è rotta ieri una cappa che opprimeva il paese. E' finita l'era di Berlusconi. La sua sconfitta personale a Milano, dove ci aveva messo la faccia, dice esattamente questo: il leader è in caduta libera. Si apre il capitolo successione, si sfalda il fronte di destra tenuto a colla dalla sua persona, si preparano nuovi scenari. La politica italiana entra in una fase di movimento;
2) di qui i nuovi compiti del centrosinistra e del Pd. Il Pd si avvantaggia, ma attenti: prende voti in fuga dal blocco avversario ma ancora non ha una salda presa costante e duratura sul voto. La nuova maggioranza la si deve costruire nella società, individuando il nuovo blocco sociale che la deve sostanziare. Le elezioni ci dicono intanto che la sinistra non va isolata, ma bisogna starci assieme. A Napoli c'è un voto De Magistris che va valutato (mentre a Milano Italia dei valori è insignificante); Pisapia è sinistra certo, ma non solo: è anche ceti professionali urbani, modernità, apertura culturale al nuovo. E’ un pezzo d’Italia che il Pd può e deve interpretare. A Bologna c'è un risultato della Lega che fa preoccupare: riflettiamoci, pensiamo allo smantellamento delle nostre trincee tradizionali nei territori, e invertiamo la tendenza. A Bologna e altrove c'è una forte crescita dei grillini: qual cosa vorrà pur dire, al di là del becero qualunquismo del loro “profeta”.
Dobbiamo mettere insieme tutte le tessere del puzzle e ragionare. Non facciamo, per carità l'errore di gonfiarci di u successo che non è ancora consolidato. Lavoriamoci nei territori. Facciamo alleanze sulle cose, sui problemi della gente. Teniamo aperta la porta al terzo polo, ma senza chiudere la fattiva collaborazione a sinistra. Poniamoci per quello che siamo, come Pd: il partito più forte del fronte della attuale opposizione e della futura maggioranza. Fronte ampio, dunque. Sulle cose e non sui nominalismi. E non caschiamo nei vizi del tatticismo. E in Sardegna, mettiamocela tutta per il voto finale di Cagliari. Se ci prendiamo Cagliari tutto cambia, anche il precario equilibrio di Cappellacci in regione. Il Pd sardo ora è unito, ha trovato la quadra (come direbbe Bersani). Diamoci sotto, senza cadere nei vecchi vizi. Forza paris, insomma. C'è un futuro da costruire insieme.
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