Stefano Idili
28 febbraio 2005
Pietrino Fois promuove la nascita di un forum per indentità sarda
«Quel che lanciamo è - afferma Fois - un Forum che abbia come protagonisti, oltre ai partiti della coalizione Sardegna unita, movimenti e partiti che, come Fortza Paris, fanno dell’identità nazionale sarda la loro bandiera».

CAGLIARI – Iniziativa politica da parte di Pietrino Fois. In una lettera aperta ai partiti alleati e a «movimenti e partiti che, come Fortza Paris, fanno dell´identità nazionale sarda la loro bandiera», il segretario del movimento, Pietrino Fois, propone l´apertura di un Forum che ponga al centro dell´interesse il ruolo che la nazione e il popolo sardo dovranno svolgere nella costruzione dell´Unione europea. «La scarsa partecipazione degli elettori al referendum spagnolo sul Trattato per la Costituzione europea, ancora più bassa nelle tre nazionalità gallega, basca e catalana, pone un importante problema di democraticità dell’Unione» così il segretario nazionale di Fortza Paris.
Problema che, secondo Fois, è sottolineato anche dalla esclusione come strumenti di comunicazione di molte lingue europee, pur riconosciute lingue di stato: insieme all’italiano, infatti, sono state escluse danese, finlandese, greco, irlandese, olandese, portoghese, spagnolo, svedese, ceco, estone, lettone, lituano, maltese, polacco, slovacco, sloveno e ungherese. «Un vittimismo provinciale della politica e della cultura italiana, ripiegate sulla estromissione dell’italiano – continua Pietrino Fois - ha messo in sordina i pericoli che corre in Europa la democrazia linguistica, grazie anche all’azione del nostro stato». Fois sostiene che né il governo né il parlamento di Roma abbiano minimamente protestato, quando la Convenzione, stilando l’elenco delle lingue in cui i cittadini si possono rivolgere all’Unione, hanno escluso, tanto per citare solo alcune delle lingue più parlate nel Continente, il sardo insieme al catalano, al gallese, allo scozzese e al fiammingo.
«In sé la “pietra dello scandalo” è di assai modesta entità» prosegue la nota di Fois. «L’italiano sarebbe escluso, insieme a tutte le altre lingue statali che non siano l’inglese, il francese e il tedesco, da qualche conferenza stampa. Le altre lingue europee, quelle delle nazioni senza stato, a cominciare dalla sarda, sono escluse da tutto, alla faccia del rispetto delle diversità proclamato nel trattato costituzionale».
Perciò il sardo, evidenzia Fois, al pari degli altri popoli della Repubblica italiana, non avrà diritto di pronunciarsi in un referendum per l’accoglimento o il rigetto della Costituzione europea. Ciò non diminuisce l’interesse dei sardi esprimere una loro volontà con tutti i mezzi e gli strumenti democratici, se non altro per far sì che una futura auspicabile revisione del testo sia rispettosa dei diritti culturali, linguistici, politici e civili di tutte le nazioni senza stato dell’Europa. E per far sì che “la diversità come principio fondatore dell’Unione”, sia comunque rispettata a tutti i livelli, da quello culturale a quello economico a quello linguistico.
«Il fatto che dobbiamo realisticamente prendere atto come i sardi non possano interferire con il cammino del Trattato costituzionale, non ci impedisce di chiedere a cittadini, forze politiche, culturali e sociali di aprire un serio dibattito in tutta la società sarda sulle pastoie che la Costituzione pone alla nostra sovranità ma anche sulle prospettive che essa apre allo sviluppo della Sardegna in Europa». Nell’ultima parte delle lettera il leader politico lancia l’invito per la creazione di un Forum che ponga al centro dell’interesse il ruolo che la nazione e il popolo sardo dovranno svolgere nella costruzione dell’Unione europea, rivendicando quella soggettività internazionale che la riforma del Titolo V della Costituzione italiana riconosce alle Regioni. «Nella nostra idea – conclude Fois - la Sardegna può e deve avere una soggettività piena, non mediata da altri interessi che non siano quelli del popolo sardo. Quel che lanciamo è un Forum che abbia come protagonisti, oltre ai partiti della coalizione Sardegna unita, movimenti e partiti che, come Fortza Paris, fanno dell’identità nazionale sarda la loro bandiera».
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