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A.B. 19 luglio 2011
«L’industria riprende, fatica in Sardegna»
Il segretario regionale Giovanni Matta della Cisl sottolinea la differenza di passo tra l’Isola ed il resto d’Italia
«L’industria riprende, fatica in Sardegna»

CAGLIARI - «Mentre in gran parte dell’Italia il settore industriale richiama addetti e vede diminuire sensibilmente le ore di “Cig”, nella nostra Isola continua ad espellere lavoratori e fa lievitare le Cassa integrazione». Questo l’incipit dell’intervento del segretario regionale della “Cisl” Giovanni Matta, che sottolinea un’industria a doppia velocità.

«I dati nazionali parlano chiaro: il comparto industria, nel corso del 2010, è decisamente in ripresa e ha recuperato il 6,4percento rispetto al calo del 2009 e del 2008. Anche i dati sull’andamento del ricorso alla Cig a livello nazionale attestano che la Cig in tutte le sue diverse articolazioni ha subito un decremento del 4,1percento. La Sardegna, purtroppo, non è in linea con gli andamenti medi nazionali – sottolinea Matta - Nel 2010, infatti, l’industria sarda non solo non ha segnato un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, ma ha continuato a perdere in termini di Pil e di occupati. Il Pil si è fermato allo zero, mentre i lavoratori occupati nell’industria alla fine del 2010 erano in Sardegna circa seimila in meno rispetto al 2009, ventiquattromila in meno con quelli persi dal settore edile. Il ricorso alla Cig, nella nostra regione, ha segnato nel mese di giugno 2011 un ulteriore record: sono stati autorizzate 2.813.865 ore, che si aggiungono alle oltre diecimilioni di ore autorizzate nel periodo gennaio-maggio 2011. Preponderante all’interno di quest’ambito la Cig in deroga: sono state autorizzate, nel solo mese di giugno 2011, 1.310.514 ore. Il dato tendenziale per il 2011 suggerisce che, rispetto al 2010, si potrebbe avere un incremento oscillante tra l’8,2percento e il 10,5percento, che potrebbe portare a un ricorso alla Cig pari a ventottomilioni di ore. Risultati, purtroppo non sorprendenti, giacchè la sola Cig in deroga, nel primo semestre di quest’anno, ha raggiunto lo stesso numero di ore autorizzate in tutto il 2010».

Matta prosegue la sua analisi. «Si è in presenza di una situazione drammatica e all’orizzonte non si vedono segnali in grado di invertire la tendenza. Come già sottolineato dalla Cisl nei tavoli regionali e nazionali, occorre una risposta energica, in grado di consolidare la base produttiva esistente, ma soprattutto di creare le condizioni perché i settori produttivi, così come avviene a livello nazionale, possano essere interessati da una fase di rilancio. Per abbattere il tasso di disoccupazione in Sardergna (13,9percento) si rende necessaria una forte impennata del Pil di almeno tre-quattro punti. Per conseguire tale obiettivo diviene urgente che la Regione individui gli strumenti più idonei per rilanciare quei settori che a livello nazionale hanno rappresentato l’elemento trainante della ripresa economica: cioè tessile, agroindustria, chimica, energia. Settori presenti in Sardegna che, invece, nella nostra Isola non riescono ad uscire dalla stagnazione che li ha caratterizzati in questi anni. In questa situazione la mobilitazione sindacale è ancora più necessaria. Sarebbe grave che solamente la Sardegna non riuscisse a salire sul treno di una ripresa economica industriale che, sia pure lentamente, comincia a profilarsi».



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