A.B.
21 luglio 2011
Chimica verde: «Venga ascoltata la volontà del territorio»
I lavoratori dell´indotto bocciano l´accordo del 26 maggio. Interviene il segretario generale della Camera del Lavoro di Sassari Antonio Rudas

PORTO TORRES - I metalmeccanici e gli edili della “Cgil”, riuniti questa mattina in assemblea al petrolchimico di Porto Torres, hanno bocciato l'accordo del 26 maggio sulla cosiddetta “chimica verde”. I lavoratori dell’indotto, alla presenza dei segretari di categoria Gavino Doppiu (“Fiom”) e Salvatore Frulio (“Fillea”), in un affollato incontro hanno fatto il punto della situazione, votando infine, all’unanimità, un documento in cui si dicono contrari alla fermata degli impianti di base, ricordando che si erano mobilitati in tutti questi anni per impedirlo. Chiedono il ritiro immediato della firma o perlomeno la riapertura del confronto rifiutando categoricamente la cassa integrazione. Fino a questo memento nessuno aveva sentito i diretti interessati, in tanti avevano espresso il loro giudizio, ma non i lavoratori che questa mattina hanno iniziato a far sentire le loro ragioni, comunicando di essere pronti a riprendere la mobilitazione.
«Prendo atto del volere dei lavoratori che per quanto mi riguarda è sempre vincolante – ha detto Antonio Rudas, segretario generale della Camera del Lavoro di Sassari - però dubito che stante gli errori commessi ora si possa far finta di niente. L’accordo c'è, non piace neanche a me, ma per le motivazioni che ho già esposto, non si può che non tenerne conto. Ora – ha proseguito - bisogna essere molto pratici e quindi pretendere che “Eni” mantenga gli impegni assunti, facendo emergere le grandi contraddizioni contenute in quell’intesa. Le bonifiche e la riconversione industriale devono andare ben oltre i proponimenti sulla chimica verde, per la quale peraltro non abbiamo mai fatto mancare il nostro assenso. Certo, se qualcuno volesse trasformare quell’area in un grande sito di stoccaggio di materie prime, incrementando a dismisura il transito di petroliere nel golfo dell’Asinara o di trattamento di rifiuti industriali e urbani – ha concluso - farebbe bene a tenere conto dell’opinione dell’intera comunità territoriale, che non mi pare sia favorevole. Inoltre per quanto riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali dell’indotto, occorre uno strumento specifico che non può essere la cassa integrazione in deroga».
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