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S.A. 26 luglio 2011
«Chimica verde ma con il sì dei lavoratori»
In merito agli accordi sulla chimica verde, il segretario nazionale della Fiom da Porto Torres da Porto Torres esprime la vicinanza alla Cgil di Sassari: «Non si possono firmare accordi contro la maggioranza dei lavoratori»
«Chimica verde ma con il sì dei lavoratori»

PORTO TORRES - Nessuno è contro la Chimica verde, ma Cgil e Fiom, ai massimi livelli, vogliono garanzie occupazionali sugli investimenti promessi da Eni e Novamont a Porto Torres. E' la posizione chiaramente espressa questa mattina (martedì) durante il convegno su democrazia di mandato e nuove prospettive di sviluppo, tenuto nel teatro Parodi nella città portuale, cui ha partecipato tra gli altri il segretario nazionale della Fiom Maurizio Landini. Proprio da quest'ultimo, sentite le relazioni del segretario generale della Camera del lavoro di Sassari, Antonio Rudas, e del segretario territoriale della Fiom, Gavino Doppiu, è arrivato un impegno preciso: «Oggi stesso – ha promesso Landini – scriverò al segretario nazionale della Cgil perché venga riaperta la discussione sull'accordo del 26 maggio e vengano garantite le istanze poste dalle lavoratrici e dai lavoratori».

Molti di loro si sono alternati sul palco del teatro per raccontare le proprie esperienze, speranze e disillusioni dopo anni di promesse mancate e investimenti annunciati e mai arrivati, trasformati invece in continue dismissioni dell'esistente. E hanno chiarito che non è più tempo di annunci, davanti agli enti locali presenti – l'assessore alle Attività produttive del Comune di Sassari, Gianni Carbini, l'assessore al Bilancio del Comune di Porto Torres Giuseppe Mannoni e l'assessore alle Politiche ambientali della Provincia di Sassari, Paolo De Negri – rappresentanti di coloro che hanno siglato l'accordo con Eni-Novamont.
Il dibattito, moderato dal giornalista Vindice Lecis, ha posto l'accento sull'uguaglianza dei diritti dei lavoratori, così come stabilito anche dallo statuto della Cgil, e sull'impegno che i dirigenti sindacali hanno nei confronti di coloro che rappresentano. Ultimo, clamoroso esempio è stato proprio il protocollo d'intesa del 26 maggio, non siglato dalla Cgil territoriale di Sassari che ha così recepito le istanze dei lavoratori del petrolchimico. Gli stessi che avevano raccolto le firme per chiedere la tutela degli addetti, diretti e dell'indotto, nel passaggio tra l'annunciata chiusura del cracking e l'annunciata realizzazione degli impianti per la 'verde'; gli stessi che appena pochi giorni fa, il 21 luglio scorso, hanno bocciato quell'accordo, esprimendosi democraticamente in un referendum nella loro sede di lavoro.

«Non facciamo certo il tifo perché la chimica verde fallisca ma non si può chiudere l'esistente in attesa di un futuro che non arriva mai, in cambio delle solite promesse», ha detto il segretario Antonio Rudas, prima di rilanciare la prospettiva di una nuova mobilitazione se le decisioni continueranno ad essere prese sulla testa dei lavoratori: «Si sappia – ha concluso – che la Cgil di Sassari, con tutte le sue responsabilità, è al fianco dei lavoratori, abbiamo il dovere di continuare questa battaglia». Stessa indicazione è giunta da Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom, che ha chiuso il convegno. «Si deve continuare a discutere – ha spiegato – e solo così le cose possono cambiare, solo così i lavoratori potranno continuare a mantenere il loro posto, qui come a Pomigliano, dove la Fiat e il governo cercano di cacciare Fiom e Cgil che resistono a scelte sbagliate di politica industriale». «Siamo davanti a una crisi grave – ha concluso Landini – e il rischio è che passi l'antipolitica, l'idea che tutti siano uguali. La Cgil per difendere gli interessi del Paese, e non quelli di una sola parte, dovrà essere in grado di mettere in campo una serie di forti iniziative già da settembre, anche arrivando allo sciopero generale, per cambiare il prima possibile questa situazione».

Nella foto: Maurizio Landini



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