A.B.
6 settembre 2011
Sciopero: la parola alla Cgil
«Sassari dice no alla Finanziaria del Governo e alla Giunta Regionale», commentano i rappresentanti del sindacato, che sottolineano come sia «pienamente riuscita la manifestazione di Piazza Castello»

SASSARI - Anche Sassari ha detto no alla nuova Finanziaria del Governo Berlusconi. La manifestazione organizzata in città dalla Cgil territoriale, contestualmente allo sciopero generale nazionale di otto ore, ha avuto pieno successo, in una Piazza Castello gremita di giovani, pensionati, lavoratori fortemente preoccupati per il futuro del Paese e della Sardegna. Oltre duemila persone hanno ascoltato gli interventi del segretario generale della Camera del Lavoro di Sassari, Antonio Rudas, che ha aperto il comizio spiegando le ragioni della protesta.
«La Cgil è qui e ci sarà sempre, per gridare il suo “no” a una manovra classista, che non risolve i problemi dello Stato ma colpisce i più deboli, i lavoratori del pubblico impiego da tempo al centro di una crociata punitiva, gli anziani, i precari». Sotto le mille bandiere della Camera del Lavoro e delle categorie, tutte presenti in piazza con i rispettivi segretari, anche tanti lavoratori non iscritti alla Cgil: «Siamo qui perché non ci sono divisioni tra i lavoratori, non ci possono essere in un momento in cui l’Italia è sull’orlo del baratro. E’ per questo che dobbiamo chiedere conto a chi ci governa, a Roma e alla Regione. Prepariamoci a una stagione di grandi lotte – ha concluso Rudas – anche nei confronti di una Giunta Regionale che non ha mantenuto una sola promessa e fa a gara per irresponsabilità con il Governo nazionale: è ora che il popolo con una grande mobilitazione licenzi questi amministratori e che questo Consiglio vada a casa».
Dal palco della Cgil hanno trovato spazio le parole dei precari del Centro servizi per l’impiego che da giorni occupano Piazza d’Italia con un presidio, così come i rappresentanti della funzione pubblica e della scuola, due tra le categorie più colpite dagli inaccettabili tagli della finanziaria in corso di approvazione. Franca Sabino, della segreteria regionale della Cgil, ha ricordato come sia messo in grave pericolo il welfare, con la spesa sociale vittima sacrificale di questo governo: «Il provvedimento del governo porta in sé un forte senso di iniquità e ingiustizia e i continui tagli alla spesa sociale e alla sanità colpiscono le categorie già a rischio, con l’introduzione di nuovi insopportabili misure come il superticket; si colpisce il sistema previdenziale, soprattutto nei confronti delle donne, ci si accanisce contro gli enti locali che devono far fronte a spese continue con sempre meno risorse. Oggi è in gioco il futuro del Paese», ha concluso.
L’intervento conclusivo è stato affidato ad Alessandro Genovesi, segretario nazionale dell’Slc-Cgil: «Dopo i tanti errori di questo Governo, oggi si chiede a chi ha perso il lavoro, ai pensionati, alle fasce deboli della società di pagare il conto». Bisogna opporsi, ha detto, all’attacco contro i diritti previsto da questa scriteriata finanziaria: «Ci vogliono far tornare agli Anni Cinquanta, l’articolo 8 sulla deroga ai contratti collettivi nazionali di lavoro è la bandiera di chi odia i lavoratori. Siamo alla barbarie, alle prese con un testo che lede la Costituzione e l’accordo raggiunto il 28 giugno scorso dai sindacati confederali con Confindustria. Si attaccano frontalmente l’articolo 18 e le garanzie faticosamente conquistate, anche con le altre organizzazioni. Per questo oggi diciamo ai dirigenti di Cisl e Uil: fate sentire ora la vostra voce, altrimenti rischiate di diventare i mazzieri dei padroni. Perché tutti i lavoratori – ha proseguito – sono tutti uguali, a Milano come a Sassari e a Palermo, è arrivato il momento di indignarsi, non di diventare complici di questi governanti. C’è chi lavora per l’unità, per trovare gli accordi, e chi invece opera per romperli. E’ bene ricordare a chi oggi non è qui – ha concluso – che ci sono diritti indisponibili, che non devono essere toccati da nessuno, nemmeno dal sindacato».
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