Nei prossimi giorni commissari europei ad Alghero per verificare il rispetto delle prescrizioni progettuali. Continuano nel frattempo le visite dei Forestali a Sant´Anna, la scorsa settimana ancora perquisizioni
ALGHERO - Continua a far parlare di sè, e stando alle indiscrezioni che circolano, lo farà ancora per molto. Stiamo parlando del nuovo depuratore di Alghero, l'opera faraonica realizzata a San Marco, che più che risolvere i problemi della rete fognaria cittadina - perennemente in affanno con evidenti ricadute negative sulla città - ha creato grossi problemi ambientali nel territorio e alimentato dubbi sulla reale utilità di una simile struttura, costata alla collettività svariati milioni di euro di fondi comunitari.
Sarebbe proprio quest'ultimo aspetto sotto la lente dell'Unione europea, che nei prossimi giorni invierà a Sant'Anna alcuni commissari per verificare il rispetto delle ferree prescrizioni progettuali. Sarebbe questa una delle conseguenze dell'interessamento del Ministro all'Ambiente
Corrado Clini da parte di Francesco Rutelli, che per conto di Alleanza per l'Italia aveva presentato una dettagliata interrogazione parlamentare per far luce, tra l'altro, sulla mancata predisposizione della valutazione d'impatto ambientale, chiedendo un intervento diretto e immediato.
Si tratterà di capire se i soldi finanziati da Bruxelles hanno seguito l'iter progettuale approvato e se le opere realizzate hanno rispettato le finalità. Una di queste, e non di poco conto, - il riutilizzo dei reflui - sicuramente non ha trovato applicazione: dal febbraio 2009, infatti, le acque depurate continuano ad essere veicolate sul Rio Filibertu e da li in direzione Calich, con sbocco finale in mare (esattamente quello che avveniva con il vecchio impianto, ma aggravato dal fatto che i reflui finiscono in una zona umida, sulla carta tutelata perfino dall'Ue).